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Strage di Cisterna, nessun funerale per Luigi Capasso. La telefonata choc del carabiniere alla figlia: “Non ti faccio niente”

In una telefonata del 9 dicembre il carabiniere si rivolge alla figlia Alessia assicurandola che non le farà del male

CISTERNA DI LATINA – Nessun funerale per Luigi Capasso, il carabiniere di 43 anni che due giorni fa, a Cisterna di Latina, ha ferito gravemente sua moglie, Antonietta Gargiulo, ha ucciso le due figlie e si è tolto la vita. Solo la benedizione della sua salma, nell’obitorio del cimitero di Poggioreale, alla presenza dei familiari.

Intanto procedono le indagini della procura e del comando dei Carabinieri, che stanno esaminando anche alcune conversazioni telefoniche tra gli stessi familiari, che il carabiniere registrava in modo ossessivo. In una telefonata datata 9 dicembre tra Luigi Capasso e la moglie Antonietta Gargiulo, l’uomo ha parlato anche con la figlia maggiore. Alessia.

Capasso: “Ciao Alessia, ho dei biglietti per andare a vedere le luminarie al Parco di Ariccia, ti farebbe piacere andarle a vedere domani con me?”

Alessia: “Non lo so”.

Capasso: “Non ti preoccupare a papà non ti faccio niente”

Alessia: “Lo so che tu non mi faresti mai del male”.

Capasso: “No, mai mai”.

Alessia: “Lo so… però non lo so, cioè subito, così”.

Capasso: “Alessia se mai proviamo a stare insieme (…)”.

Alessia: “Però da soli io non…”

Dalla telefonata appare chiaro come la moglie non faccia nulla per impedire il rapporto tra le figlie e il padre, ma sono proprio le bambine ad essere impaurite. Nel corso della telefonata Antonietta fa riferimento ai numerosi episodi di violenza familiare subiti. «Tutti sappiamo la verità, io sarei la persona più felice del mondo se tu ti curassi, e diventassi un uomo e un padre migliore, ma tanto so che dallo psicologo non ci vai», dice la Gargiulio, che poi incalza: «Avevi tutto, due figlie intelligenti una moglie che ti stra amava e tu hai rovinato tutto. Per 16 anni – continua la donna – mi hai maltrattato, picchiato e tradito. Io non obbligo più le bambine a fare niente, loro sono impaurite però le obbligo a fare una sola cosa dire una preghiera per te». Ottantuno giorni dopo questa telefonata si è consumata la strage. Rimane forse la triste consapevolezza che tutta questa sofferenza si poteva evitare.

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