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Vaccini e turismo ci tireranno fuori dalla crisi

 

 

“Due ore di aperture serali a tutto campo valgono, in un mese, 2,5 miliardi di consumi recuperati”, lo afferma la Confesercenti, che prosegue “la flessione registrata dal Pil nel primo trimestre era, purtroppo, largamente attesa. Si tratta, anzi, di evitare il rischio che prosegua anche con il trimestre in corso. Serve una svolta rapida nelle riaperture delle attività in sicurezza, che invece possono dare una forte spinta alla ripresa economica ed una iniezione di fiducia alle famiglie”.

“Anche questa fase, infatti, presenta ampie differenze fra i settori produttivi: in alcuni casi, sono stati del tutto recuperati i livelli produttivi pre-crisi, mentre in altri (turismo, alcuni servizi, tempo libero) la ripresa non è mai partita. I risultati in termini di crescita per l’anno in corso dipenderanno, quindi, dal momento in cui si avvieranno le riaperture.
Riaperture, inoltre, a cui non corrisponde “automaticamente” una ripresa di attività ai livelli precedenti. Certamente alcuni fattori depongono a favore di un recupero molto rapido: fra questi, oltre all’effetto d’impatto “psicologico” legato al riavvio delle attività, anche lo stock di risparmio accumulato dai consumatori nell’ultimo anno, ma in alcuni settori la situazione è ancora molto precaria”, commenta l’associazione di categoria.

“Nella prima parte di quest’anno, dunque, il quadro economico per le famiglie è simile a quanto registrato nel 2020. Le restrizioni ai comportamenti di spesa mantengono, infatti, i consumi su livelli depressi – prossimi a quelli dei mesi finali del 2020 – quando la caduta rispetto ai valori pre-crisi risultava pari al 10 per cento.
Bisogna, perciò, intervenire al più presto da un lato sul versante delle riaperture in sicurezza, dall’altro sulla fiducia delle famiglie in modo tale da generare, anche se gradualmente, quegli effetti di consolidamento della ripartenza”, aggiunge Confesercenti.

Intanto il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che “il progredire della campagna vaccinale, associata ai segnali di contenimento dell’epidemia, sta per aprire l’attesa fase di ritorno alla pienezza della vita sociale e produttiva. Senza paura, ma con prudenza”. “Ancora oggi – ha osservato Bella – molte attività dei servizi operano a ritmi estremamente contenuti. Il terreno da recuperare è molto ampio e solo a partire da giugno, se confermate le tendenze in atto e le correlate riaperture, la ripresa potrà assumere intensità soddisfacente”. “Per adesso – ha concluso il direttore – nonostante molti indicatori per effetto del confronto statistico con marzo ed aprile del 2020 evidenzino tassi di variazione straordinari, la crescita è ancora più un auspicio che una realtà”.

Più nel dettaglio preoccupa il lento andamento dei consumi. Come riportano i dati statistici rispetto ad aprile del 2019 c’è stato un calo del 23% per il complesso della spesa e del 49,5% per i servizi.
Guardando al confronto con aprile del 2019 si rileva come il vuoto di domanda che si è generato a partire da marzo dello scorso anno sia stato solo minimamente recuperato. Ad oggi la domanda di abbigliamento e calzature è quasi del 50% inferiore a quella di due anni fa. Il recupero di questo segmento, come di altri beni, è reso sicuramente complicato anche dalla chiusura dei centri commerciali nei weekend, momento in cui è più facile per le famiglie effettuare gli acquisti. Ancora più complicata è la situazione per i servizi legati alla mobilità, al turismo ed all’intrattenimento per i quali il deficit di consumi rispetto ad aprile del 2019 si approssima, o supera, il 70%.

La lunga strada del recupero dell’economia italiana è dunque strettamente connessa a due fattori: il proseguo della campagna vaccinale, e la necessità di rafforzare il potere di acquisto delle famiglie più in difficoltà, anche attraverso misure economico – sociali di carattere straordinario. I dati più ottimistici indicano entro la fine del 2022 il pieno rimbalzo della crescita del Belpaese. E’ evidente che il traino del settore turistico rappresenterà la componente più influente del paniere, che inciderà incluso l’indotto per un 30% della ripartenza.

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