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Tonco del pontesel: bontà dal balcone

Che cosa si cerca maggiormente in rete? Molto probabilmente le prime risposte che possono saltare subito alla mente sono le ultime notizie provenienti dal mondo, quelle relative alla propria regione e/o Stato di appartenenza, gli andamenti della propria squadra di calcio del cuore, i videogiochi più appassionanti inclusi i casinò online con apposite sezioni di live casinò, le curiosità di ogni tipo, ma soprattutto le ricette tipiche.

Magari dei piatti che, in una maniera o nell’altra, stanno venendo riscoperti in questi ultimi anni e, dal “rango” di piatto povero, hanno fatto un vero e proprio salto di qualità arrivando fin sulle tavole dei ristoranti più chic e di classe.

Naturalmente, se si parla di gastronomia e di curiosità ad essa legate, l’Italia non fa nessuna eccezione e, anzi, si classifica più che tranquillamente tra i primi posti. Ma da quale, tra le regioni che compongono il ben noto Stivale, è più opportuno partire per questo viaggio di stampo culinario? Per cambiare un po’ le carte in tavola, una buona idea è quella di partire da un luogo quasi “insospettabile” come il Trentino – Alto Adige.

Tra i cibi che arricchiscono le tavole trentine, oltre ai ben noti canederli, non bisognerebbe assolutamente dimenticare un piatto davvero interessante quale il tonco del pontesel. Vediamo dunque assieme la sua origine!

Prima di tutto partiamo con il dire che, per chi non lo sapesse, il tonco del pontesel è uno spezzatino ricco di diverse carni miste, lucanica fresca, brodo e spezie che ben si abbina a patate, polenta o vino rosso. Inoltre va ricordato che il termine “pontesel”, tradotto dal dialetto locale, significa terrazzo o poggiolo e, nelle case dei contadini di un tempo, spesso e volentieri era anche il luogo dove ci si recava per espletare i propri bisogni fisiologici.

Ma che cosa c’entra tutto questo con il piatto? È presto detto! Stando ad una leggenda popolare pare che, tale signora Agatina, dovesse preparare un pranzo sostanzioso per i numerosi commensali incluso anche un anziano suocero. La scelta ricadde su uno spezzatino di carne, ma pare che all’ultimo momento l’anziano si assentò dal tavolo per recarsi sul “pontesel”.

I minuti passano, l’appetito aumenta al pari dello spazientirsi dei commensali ed in tutto ciò lo spezzatino si stava raffreddando! Alla fine i commensali cominciarono a mangiare, ma dopo un po’ ritornò l’anziano suocero che si ritrovò con ben poco nel piatto.

Fu proprio a questo punto che la signora Agatina decise di prendere degli avanzi di carne, mischiarli a farina e brodo per poter “grattare” anche il fondo della pentola e servire il parente. Il suocero fu ben contento di potersi gustare una ricetta nuova e corroborante e lo stesso si può dire della popolazione trentina che, da anni, si gode questo piatto.

Ovviamente si tratta sempre di una leggenda popolare perché, volendo essere più precisi, con il termine “tonco del pontesel” sembra che si indichi il sugo, ma forse è più interessante vedere la questione sotto questo punto di vista. Certo, escludendo il bagno!

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