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Strage di Bellona: uccide la moglie, ferisce cinque persone e poi si suicida. Salva la figlia minorenne

Il movente sembrerebbe essere sentimentale

Delirio da Far West nel pomeriggio di ieri a Bellona, nel casertano. Verso le 17, Davide Mango, vigilante disoccupato, ha sparato prima alla moglie e poi armato di fucile dal balcone della sua abitazione in via Moro ha fatto fuoco sui passanti, ferendone cinque. La figlia 14enne è riuscita a scappare da casa, rifugiandosi dapprima in un supermercato al piano terra della palazzina e poi dai carabinieri giunti sul posto. Gli investigatori stanno ricostruendo la vicenda, incerta in numerosi aspetti: sembrerebbe che la donna avesse manifestato la volontà di lasciare il marito, che già in passato aveva mostrato segni di instabilità mentale e psicologica.

Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che Mango, mentre sparava in strada, gridasse: “Ho ucciso mia moglie”. Nelle ore successive all’omicidio, i carabinieri hanno provato a convincere l’uomo ad arrendersi e consegnarsi alla giustizia, ma senza successo. Proprio quando erano pronti a fare irruzione nell’appartamento del killer hanno sentito un colpo di pistola. Entrati in casa hanno trovato Mango privo di vita, ucciso da un colpo alla testa. Tra i feriti, anche il comandante della stazione dei carabinieri di Vitualzio, Crescenzo Innarelli. Nessuno è in pericolo di vita. Gli inquirenti, servendosi delle testimonianze di amici, parenti e della figlia, che per lo shock ancora non ha parlato, potranno accertare i motivi del folle gesto. Alcuni spunti li darà, senza dubbio, il profilo Facebook della donna, nel quale la vittima aveva più volte lanciato messaggi contro la violenza sulle donne e di mancata serenità familiare.

La nota della procura di Santa Maria Capua Vetere a commento della vicenda

In merito ai gravi fatti occorsi nel pomeriggio di ieri a Bellona (CE), quest’Ufficio tiene a precisare che alcuna denuncia risulta essere stata sporta dalla sig.ra Anna Carusone nei confronti del proprio coniuge Davide Mango e né da altri familiari nei confronti di quest’ultimo. Pertanto, questa Procura non è stata mai investita delle vicissitudini afferenti i due coniugi e dell’eventuale conflittualità esistente fra i medesimi. La tragicità degli eventi impone ancora una volta di ribadire che, a fronte di eventuali situazioni di conflittualità, venga operata una denunzia da parte delle donne interessate, onde consentire l’emersione di situazioni di violenza domestica e far sì che vi possa essere il pronto intervento delle Forze dell’ordine, dei Servizi Sociali operanti sul territorio e dell’Autorità Giudiziaria.

Solo l’emersione di tali fenomeni e l’intervento delle Forze dell’Ordine e della Magistratura possano consentire che eventi del genere, per quanto possibile, vengano scongiurati nel futuro. Questa Procura della Repubblica persegue l’obiettivo della massima tempestività nel dare una risposta ai casi di violenza familiare oggetto di denunzia e ha sottoscritto un apposito protocollo con le Forze dell’Ordine e con gli Enti operanti nel settore, che consente di realizzare una efficace rete di sostegno alle vittime onde consentire alle medesime di superare qualsiasi remora nell’emersione delle vicende che le riguardano e di essere accompagnate nel percorso di denuncia e di affrancamento dalla violenza”.

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