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Spagna: al via il voto in Catalogna

 

La Catalogna sta votando in elezioni regionali fra le più incerte di sempre, con un’afluenza in calo netto rispetto a quattro anni fa: tra pandemia e disincanto, alle 13 solo il 22,78% degli elettori si era recato alle urne, contro il 34,69% del 2017 alla stessa ora. Tre partiti viaggiano spalla a spalla nei sondaggi prefigurando uno stallo, e la ricca regione spagnola governata dalle forze indipendentiste torna a fare i conti con le ferite dolorose aperte dallo scontro con Madrid del 2017.

Un fantasma, quest’ultimo, solo in parte messo all’angolo dalla pandemia e dalla crisi economica, e sul quale i socialisti vorrebbero voltare pagina in nome di una pacificazione nazionale senza però al momento averne le forze.

Il Partito socialista catalano (Psc), affiliato al Psoe del premier spagnolo Pedro Sanchez e in crescita, trainato dalla figura del ministro alla Sanità Salvador Illa, che nella lotta al Covid ha guadagnato grande visibilità, è infatti accreditato da un sondaggio del Pais del 22% delle preferenze. “Dobbiamo voltare pagina in Catalogna dopo aver perso un decennio”, ha promesso Illa in un’intervista al giornale catalano La Vanguardia.

Ma il Psc è solo uno dei tre sul podio: ad esso si contrappone il fronte indipendentista che si presenta però di nuovo diviso fra il partito dei duri e puri Junts per Catalunya (Insieme per la Catalogna, JxCat) dell’esule Carles Puigdemont, dato al 20,4% dei voti che candida alla presidenza della Generalitat (il governo catalano) Laura Borràs, e l’Erc (Esquerra Republicana de Catalunya, Sinistra repubblicana catalana) ancora presieduta da Oriol Junqueras, in carcere per il referendum illegale e la dichiarazione d’indipendenza del 2017, ma pragmatica e meno massimalista del JxCat, che dovrebbe attestarsi al 20,1% e candida Pere Aragonès, ex vicepresidente della Generalitat divenuto presidente ad interuim dopo l’estromissione oer problemi giudiziari di Quim Torra. Per formare una maggioranza nel Parlamento catalano ci vogliono 68 dei 135 seggi disponibili.

I due rivali indipendentisti hanno siglato un patto con i separatisti minoritari di Cup e PedeCat di non formare alcun governo con il Psc, malgrado siano stati decisivi nella formazione del governo a guida socialista di Pedro Sanchez a Madrid. Un cordone sanitario che potrebbe anche spezzarsi nelle trattative del dopo-voto, ma che per ora lascia presagire tre scenari probabili: un nuovo voto, per nulla da escludere secondo molti osservatori, oppure una Generalitat di nuovo espressione dei partiti separatisti ma dalla convivenza difficile, con la prevalenza dei massimalisti di JxCat, che potrebbe creare una nuova stagione di tensione con Madrid; oppure con un Erc maggioritario che, pur senza rinunciare retoricamente al cavallo di battaglia del referendum di autodeterminazione, non tenterebbe grandi strappi.

Un’incertezza foriera di stallo politico su cui pesa come forse mai prima l’indecisione di gran parte degli elettori, con pesanti incognite. Come, ad esempio, chi si avvantaggerà del declino dei centristi di Ciudadanos, dati nel sondaggio di El Pais intorno all’8% (al 10% per altri) e del Partido popular (5%).

A sparigliare le carte potrebbe essere l’ultradestra sovranista di Vox, che dovrebbe riuscire a entrare per la prima volta nell’assemblea catalana proprio per contrapporsi ad ogni pulsione separatista, e l’uscita del Pp. Incognite alimentate dai timori che molti elettori non andranno a votare per timore di infettarsi, dallo scarso entusiasmo che molta dell’attuale classe dirigente catalana suscita. Ma anche dall’affievolirsi dell’entusiasmo indipendentista nella società catalana – il più recente sondaggio indica che solo il 44% dei catalani vorrebbe separarsi dalla Spagna – soprattutto per il senso di frustrazione generato dal fallimento della battaglia dell’autunno 2017: una stagione che molti catalani adesso percepiscono, secondo alcuni osservatori, come velleitaria e sconclusionata.

Il seggi sono aperti dalle 9 e si chiuderanno alle 20. I risultati saranno noti verso la mezzanotte.

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