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Siccità: Scoccimarro, serve impegno di tutti per ridurre sprechi acqua

Udine, 26 mar – “Richiamo la popolazione e tutti i settori
della società civile ad un impegno collettivo nel ridurre gli
sprechi d’acqua. Siamo nel mezzo di una prolungata assenza di
piogge che sta causando siccità un po’ ovunque e serve quindi una
maggiore attenzione ed un monitoraggio costante anche da parte
dei cittadini”.
È l’appello con cui l’assessore regionale alla Difesa
dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro
ha accompagnato l’illustrazione fatta alla Giunta del rapporto
sullo stato delle risorse idriche in Friuli Venezia Giulia che
fotografa una situazione preoccupante su tutto il territorio
regionale.
Il rapporto, redatto dal servizio Gestione risorse idriche della
direzione centrale ambiente, ha messo in evidenza alcune
situazioni critiche sulla portata dei fiumi. In particolare sul
fiume Tagliamento, la zona tra Venzone e Osoppo risulta
particolarmente delicata per la presenza della derivazione del
Consorzio di bonifica Pianura Friulana. Qui, dal 6 gennaio è ben
evidente la “curva di esaurimento” del fiume che ad oggi ha una
portata di magra spinta pari a 14 metri cubi al secondo, tra i
valori più bassi mai registrati.
Sul torrente But si segnala la chiusura delle centrali della
società cooperativa Secab per mancanza di portata sufficiente.
“Purtroppo non si tratta di un caso isolato nel territorio
regionale – ha rimarcato Scoccimarro -. Dal 10 dicembre scorso si
sono registrati soltanto due eventi di pioggia, peraltro non
molto significativi, a gennaio e febbraio. Se si escludono queste
due precipitazioni, i giorni “asciutti” dal 10 dicembre ad oggi
sono stati circa cento. Le conseguenze sono tangibili sulle
portate naturali dei corsi d’acqua che registrano valori di magra
vicini ai minimi storici. A questo si aggiunga che i volumi degli
invasi montani al momento hanno un volume complessivo di acqua
immagazzinata inferiore al 20 per cento della capacità”.
Anche le nevicate non sono state abbondanti se si escludono
quelle del 5-6 gennaio e del 16 febbraio che hanno fatto sì che
ad oggi sia ancora presente un certo spessore di neve sopra i
1800 metri di altitudine, anche se ben al di sotto dei valori
medi del periodo. Neve a cui gli esperti guardano come ad una
futura riserva primaverile a beneficio dei corsi d’acqua e
dell’infiltrazione sotterranea, dal momento che si registra ormai
anche l’andamento in discesa dei livelli di falda su tutta la
regione. Sono in aumento in questi giorni anche le segnalazioni
di un evidente calo delle portate delle risorgive, a loro volta
alimentate dalla falda freatica dell’Alta Pianura.
ARC/SSA/gg

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