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“Sei stato un ciambellone”: queste le parole dei cyber criminali che rubavano gli accessi alle banche per truffare le persone

Inviavano ai correntisti di diverse banche messaggi in tutto e per tutto simili a quelli che si ricevono normalmente, magari riferiti a carte bloccate o a prelievi non autorizzati, li corredavano con un link cliccando sul quale, gli ignari malcapitati, si veniva indirizzati a siti clonati delle banche stesse dove si finiva per lasciare i propri dati personali e, soprattutto, le proprie password.

Lo avevamo raccontato qualche mese fa. Si chiama tecnica dello smishing-vishing, una nuova frontiera dell’ormai noto phishing, con la quale un gruppo di quattro persone è stato scoperto e denunciato dalla polizia postale della Liguria e dai colleghi della Campania. Attraverso lo stratagemma i cyber truffatori erano riusciti a sottrarre dai conti di diversi istituti bancari operanti in Italia da un minimo di 300 a un massimo di 55 mila euro.

Un’altra tecnica utilizzata era quella del raggiro telefonico, vishing appunto, che consisteva nel contattare la potenziale vittima tramite una chiamata telefonica nella quale un finto operatore di banca, attraverso raggiri e argomentazioni capziose, la persuadeva a fornire i codici dispositivi del proprio rapporto finanziario.

Queste frodi – spiega la polizia – hanno avuto un incremento notevole nel periodo pandemico che stiamo vivendo, in quanto, in ragione del contingentamento degli accessi fisici alle filiali, i rapporti telefonici con le banche da parte dei clienti si sono intensificati.

Dalle attività tecniche sono emerse inoltre la sfacciataggine e la convinzione di restare impuniti dei criminali i quali in alcuni casi hanno apostrofato e insultato i frodati con frasi del tipo: “Ti abbiamo fregato” o “Sei stato un ciambellone”:

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