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Sciopero della fame in carcere per i diritti dei detenuti

Il Garante Comunale ha aderito all’iniziativa insieme all’avvocato Elisabetta Burla

TRIESTE – L’esponente del Partito Radiacale Rita Bernardini, ha lanciato in questi giorni l’iniziativa dello sciopero della fame a staffetta. L’iniziativa è partita il 23 di Gennaio. L’annuncio è stato fatto attraverso i microfoni di Radio Carcere. Lo scopo dell’iniziativa è quello di rifocalizzare l’attenzione sulla riforma dell’ordinamento penitenziario. L’iter, dopo l’approvazione di alcuni decreti attuativi, non si è concluso. I tempi per l’approvazione definitiva non sembrano brevi.

Per riportare l’attenzione su questo tema la Bernardini ha invitato ad aderire all’iniziativa attraverso varie forme di protesta non violente. Tra queste lo sciopero della fame o lo sciopero del carrello. L’invito della Bernardini è stato accolto dal Garante Comunale dei diritti dei detenuti, l’avvocato Elisabetta Burla. L’avvocato ha partecipato personalmente allo sciopero della fame, fornendo alcune dichiarazioni in merito alla questione:

“Anche a Trieste si confida che, approvata la legge di bilancio, possano essere recuperate, attraverso decreti integrativi, anche le tematiche sull’affettività, sul lavoro, sulla liberazione anticipata e sull’adeguamento delle norme dell’ordinamento penitenziario alle esigenze educative dei minori detenuti. L’esecuzione della pena deve essere effettivamente rieducativa e risocializzante e il lavoro è uno degli strumenti necessari; costituisce poi lo strumento essenziale per raggiungere un’autonomia economica che può dare sostentamento alla persona privata della libertà anche nel momento del reinserimento sociale, per sé e per la propria famiglia. Parimenti la tematica dell’affettività necessita di un immediato intervento: i detenuti hanno diritto a mantenere e coltivare i rapporti con i propri cari e in primis con i figli, altrimenti la pena diventa tale anche per i familiari incolpevoli”.

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