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Scappata dall’Iraq con grave deformazione, operata a Bologna

 

Era scappata dall’Iraq quattro anni fa, arrivando in Sicilia su un barcone appena quattordicenne, sola, senza nessuno su cui contare. E con una gravissima deformazione del rachide, la struttura della spina vertebrale, che in pratica le piegava la schiena di 90 gradi.

La ragazza, nata nel 2002 a Baghdad pochi mesi prima dei bombardamenti del 2003, nelle scorse settimane è stata sottoposta a un doppio intervento chirurgico all’Istituto ortopedico Rizzoli. Inizialmente era stata visitata dal dottor Kostantinos Martikos, poi è stata operata dal dottor Alessandro Gasbarrini.

L’intervento per raddrizzarle la schiena è perfettamente riuscito ma poi è sorta complicanza: un ematoma al midollo che la rende paraplegica. Altro intervento, stavolta d’urgenza. E, ora, mesi di fisioterapia per tentare di tornare a camminare in posizione eretta: un sogno che la paziente aveva accarezzato per pochi giorni dopo la prima operazione.

“Speriamo che torni a camminare, ora non si può sapere: ci vuole molto tempo e molta forza – spiega il dottor Gisberto Evangelisti, che era di turno la notte in cui la giovane è dovuta tornare in sala operatoria – Noi abbiamo cercato di darle anche tutto il supporto umano possibile”.

Prima le infermiere del reparto, con una colletta, le hanno regalato un tablet perché potesse interagire con il mondo esterno. Poi l’associazione Agito (Associazione genitori insieme tumori ossei) le ha regalato una pianola, per aiutarla a realizzare un desiderio che aveva espresso: imparare a suonare. “Potrà fare anche video-lezioni online dal letto dell’ospedale”, spiega Evangelisti. Che motiva così il dono: “Le associazioni del Rizzoli hanno cercato di aiutare anche la mente, introdurla alla musica può essere nel suo caso un’ancora di salvezza. Per lei sicuramente è una luce”.

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