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Salute: nuovo Piano Asugi rafforza modelli assistenza territoriale

Trieste, 25 mag – Non esiste un nuovo impianto di sanità di
destra o di sinistra. Siamo in presenza invece di un unico
modello di rafforzamento dell’assistenza territoriale condiviso
da tutte le Regioni italiane e dal Governo nazionale in
applicazione delle disposizioni previste dal Pnrr e dal decreto
ministeriale 71. Su questa partita rimane certamente l’incognita
legata alla necessità di un grande investimento sul capitale
umano, visto che ancora per alcuni anni dovremo registrare una
carenza di professionisti della salute. L’applicazione presentata
oggi da Asugi è la declinazione degli standard di un percorso
definito in modo collettivo.

Lo ha affermato oggi a Trieste il vicegovernatore con delega alla
Salute a margine della presentazione del Piano aziendale di
realizzazione dei nuovi modelli di assistenza territoriale.

In questi mesi – ha spiegato il vicegovernatore – ci siamo
impegnati a fondo in una revisione dell’impianto strutturale del
modello organizzativo che riguarda il servizio sanitario
nazionale. L’augurio è che, nonostante le fisiologiche
contrapposizioni delle diverse parti, su questa riforma ci possa
essere maggiore condivisione da parte di tutte le forze politiche
della Regione.

Noi continueremo a lavorare insieme ai tanti professionisti, una
sessantina in tutto, che hanno fornito un contributo concreto
nell’elaborazione di questo documento che – ha precisato
l’esponente della Giunta – nelle prossime settimane potrà essere
via via perfezionato.

L’obiettivo di questa operazione complicata – ha sottolineato il
vicegovernatore – è quello di realizzare un impianto
organizzativo in grado di rispondere in modo coerente e
multidisciplinare alle domande poste dall’attuale società,
spostando il baricentro maggiormente verso la continuità
assistenziale sul territorio e realizzando una più efficiente
integrazione sociosanitaria.

Nel corso della conferenza stampa si è parlato in particolare dei
tre pilastri su cui poggia questa riforma: la Casa di comunità,
l’Ospedale di comunità e la Centrale operativa territoriale che
rappresenta il cervello dell’intero sistema in particolare quando
una persona, con un bisogno di salute complesso, necessita di un
intervento congiunto da parte di più professionisti.

È stato ribadito infatti che la costruzione della struttura
organizzativa, definita da poco dall’Atto aziendale di Asugi,
deve essere accompagnata non solo dal rafforzamento delle risorse
umane dedicate, ma anche dalla razionalizzazione e dalla
progressiva maggiore uniformità dei protocolli aziendali di presa
in carico integrata sul territorio.

Fondamentale poi l’integrazione tra sistemi informativi e i
processi funzionali di questo nuovo assetto che è imperniato
sulla Casa di comunità come riferimento sul territorio e sulla
Centrale operativa territoriale – una ogni 100mila abitanti –
come strumento dell’integrazione tra professionisti e setting di
cura, ivi compreso il domicilio, che deve costituire sempre il
luogo privilegiato dove prestare le cure più adatte alle persone.
ARC/RT/ma

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