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Roma: freno sugli sgomberi, servono alloggi alternativi

Dopo la febbre degli sgomberi il Campidoglio fa un passo indietro: prima si cercano degli alloggi alternativi.

Nessuno sgombero imminente per gli immobili occupati a Roma. Dopo la frenesia degli scorsi mesi, la giunta pentastallata fa un passo indietro.

Il Campidoglio e la prefettura hanno fatto sapere che: “Effettuare una ricognizione riguardo al lavoro di monitoraggio degli occupanti presenti presso l’immobile per assicurare soluzioni assistenziali a tutte le fragilità registrate dal censimento”.

Tuttavia la situazione non è migliorata per il centro di accoglienza per le vittime di violenza “Lucha Y Siesta”. L’associazione del Tuscolano ha fatto sapere che: “Comune, Atac e Tribunale hanno deciso: va chiusa tra pochi giorni. Una gravissima decisione che ci è stata comunicata ieri con una lettera che annuncia l’interruzione delle utenze per il 15 settembre e l’immediato sgombero dello stabile”.

Le attiviste che hanno fatto sapere che “È così che vogliono decretare la fine di una delle esperienze socio-culturali più preziose in città, e la soppressione del centro e della casa rifugio per donne che vogliono uscire dalla violenza. La brutale accelerazione delle procedure di sgombero nonostante le inconsistenti rassicurazioni dell’ultimo anno, oltre a causare sconcerto e apprensione per il futuro tra chi vive nella struttura (15 donne e 7 bambini), fa supporre che esista già un acquirente.

Da una parte quindi, il Comune di Roma, che fa della violenza sulle donne una vetrina politica, sceglie la precarietà dei bandi e lo svuotamento dell’approccio femminista al contrasto di questo fenomeno senza tutelare la prevenzione, la sostenibilità dei percorsi di fuoriuscita e la cultura che lo alimenta. Dall’altra l’Atac, affogato dai debiti per una storica cattiva gestione, svende il patrimonio a favore dei soliti noti speculatori”.

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