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Rimini, smascherata truffa delle “Tre campanelle”: sei arresti

Si tratta del primo caso in Italia di arresto in flagranza di reato per questo tipo di truffa.

RIMINI – Si chiama il gioco delle “Tre campanelle” ed è forse la truffa più nota. Protagonista di molti film cinematografici e sketch televisivi, mai in Italia aveva portato all’arresto dei truffatori. Prima di ieri però, quando invece la polizia di Rimini ha arrestato per truffa aggravata sei persone. Le vittime erano due turisti austriaci ignari del trucco che rende impossibile qualunque vincita. Si tratta del primo caso in Italia di arresto in flagranza di reato per questo tipo di truffa.

Come funziona il gioco

Il gioco consiste nel disporre tre campanelli (tazze, bicchieri, piccole scatole) su un tavolo e nel nascondere sotto uno di essi un una biglia, una pallina o un altro piccolo oggetto. Con un rapido movimento delle mani si spostano i campanelli e la biglia al loro interno e si invita al giocatore ad individuare sotto quale di essi si trovi la biglia. E fin qui tutto bene, se non fosse che in questo gioco è praticamente impossibile vincere,  non solo perché la ricompensa per un eventuale vincita è iniqua rispetto al denaro scommesso inizialmente, ma soprattutto anche perché spesso dietro al gioco si celano inganni e sotterfugi. Solitamente le bande criminali che organizzano la suddetta truffa sono composte da 3 o 5 elementi: il conduttore del gioco, due finti giocatori, che per invogliare la vittima di turno vengono fatti vincere falsamente, e altri due complici, i pali, che posizionati in punti strategici avvisano i “colleghi” dell’arrivo della polizia. I tre complici si posizionano in un luogo turistico frequentato e iniziano a giocare attirando l’attenzione dei passanti. L’organizzatore pone la biglia sotto uno dei campanelli e inizia a farla passare velocemente da uno all’altro, chiedendo a voce alta a qualcuno di sfidarlo a individuare quale contenente la biglia. I due complici fingono di sfidare l’organizzatore, il quale, dopo aver mescolato i campanelli, finge di perdere e paga ai complici una somma di denaro. A questo punto alcuni ignari passanti, convinti di poter vincere, sfidano anch’essi il conduttore. La biglia solitamente non viene mai trovata, anche se l’organizzatore la mostra più volte alle vittime per trarle in inganno. La vittima mai potrà vincere perchè il conduttore del gioco, muovendo molto velocemente e abilmente la biglia tra i campanelli, se la riprende nel palmo di una mano con un gioco di destrezza, in modo che nessuno dei campanelli contenga alcunché.

La truffa di Rimini

Ieri sera ai due giocatori stranieri adescati è stato chiesto di puntare dai 10 ai 50 euro sulla campanella con la pallina che in realtà rimane sempre nelle mani del “campanellaro”. Stavolta però quando i due turisti austriaci hanno calato la scommessa, sono intervenuti gli agenti della municipale che hanno costretto il “campanellaro” ad aprire le mani scoprendo la pallina. Fermati anche i complici che mescolati tra il pubblico avevano il compito di confondere la visuale degli scommettitori o di fingere vincite fasulle. Tutti arrestati per truffa aggravata, su ordine del sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Davide Ercolani, sono comparsi questa mattina davanti al giudice per le direttissime che ha convalidato l’arresto e concesso i termini per la difesa. Rimessi in liberta’, i sei “campanellari” sono stati portati in Questura, dove la divisione anti crimine della polizia di Stato ha notificato per tre di loro il foglio di via obbligatorio, mentre altri tre sono stati colpiti da obbligo di firma. Venerdi’ si terra’ il processo.

L’operazione della polizia municipale, corroborata da riprese video, è stata piuttosto complessa perchè per la legge il gioco di abilità di per sè non costituisce reato.

Nel caso in cui la pallina effettivamente sia sotto la campanella, chi scommette si assume il rischio di perdere. Se la pallina viene fatta sparire, ed è provato che avvenga, si configura invece la truffa perché non c’è vincita possibile. L’aggravante contestata dalla Procura riguarda il fatto di aver approfittato della minorata difesa dei due turisti stranieri che non hanno neanche avuto la possibilità di vedere bene quello che stava succedendo a causa del capannello di gente intorno al tavolino dove si stava scommettendo

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