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Ponte Morandi, report “ammorbiditi” sulle condizioni dei viadotti gestiti da Autostrade

 

False attestazioni sui controlli dei viadotti autostradali prima e dopo il crollo del ponte Morandi: la Guardia di Finanza di Genova ha eseguito 9 misure cautelari, tre domiciliari e sei interdittive, oltre a perquisizioni e sequestri nell’ambito dell’indagine “bis”, scaturita dalla principale inchiesta sul disastro di Genova del 14 agosto del 2018 che ha provocato la morte di 43 persone. L’ordinanza è firmata dal giudice Angela Maria Nutini su richiesta dei pubblici ministeri Walter Cotugno e Massimo Terrile che indagano sul disastro.

Le misure cautelari riguardano i presunti falsi report sui viadotti Pecetti della A26, in Liguria, e il Paolillo della A16, in Puglia. In particolare, sono finiti ai domiciliari Massimiliano Giacobbi (Spea), Gianni Marrone (direzione VIII tronco) e Lucio Torricelli Ferretti (direzione VIII tronco). Le misure interdittive, sospensione dai pubblici servizi per 12 mesi, riguardano tecnici e funzionari di Spea e Aspi: Maurizio Ceneri; Andrea Indovino; Luigi Vastola; Gaetano Di Mundo; Francesco D’antona e Angelo Salcuni.

Secondo i militari del primo gruppo della Guardia di Finanza di Genova, il gruppo avrebbe ‘edulcorato’ le relazioni sullo stato dei viadotti controllati. Per l’accusa, in certi casi, i report erano quasi routinari e quindi non corrispondenti al vero stato dei viadotti. La circostanza era emersa nel corso degli interrogatori dei testimoni durante le indagini sul crollo di Ponte Morandi. In particolare i tecnici di Spea avevano raccontato agli inquirenti che i report “talvolta erano stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Maurizio Ceneri mentre in altri casi era stato Ceneri stesso a modificarli senza consultarsi con gli altri”.

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