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Ponte Morandi, Autostrade attacca La Repubblica: “Sconcerto per ricostruzione verbali commissione ministeriale”

Aspi: “Sin da subito abbiamo collaborato in maniera ampia e trasparente con istituzioni ed autorità competenti”

“Autostrade per l’Italia esprime sconcerto e sorpresa per quanto riportato oggi su La Repubblica, avendo offerto fin dai momenti successivi alla tragedia la più ampia, trasparente e convinta collaborazione ad istituzioni ed autorità competenti”. Si apre così la nota diffusa ieri da Autostrade per l’Italia in risposta ad un articolo – pubblicato domenica 15 ottobre dal noto quotidiano –  che aveva ad oggetto la ricostruzione dei verbali delle audizioni della Commissione di inchiesta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul crollo del ponte Morandi.

L’articolo a firma Marco Mensurati e Fabio Tonacci non sembra lasciare troppo scampo a libere interpretazioni, già dal titolo: Ponte, il muro di Castellucci “Non so perché è crollato”. L’attacco del pezzo giornalistico è però forse ancor più duro: “Allontanare qualsiasi responsabilità dai vertici aziendali e rinviare ogni domanda, ogni richiesta di chiarimento, anche la più semplice, all’indirizzo di non meglio precisati «tecnici» . Insomma, fare catenaccio, nascondere la palla, prendere tempo, scrive Repubblica. E, nel frattempo, negare tutto. Negare anche di sapere. Non so, non ricordo, non mi pare”.

Una ricostruzione che ha fatto infuriare Aspi.

“Va premesso – si legge nella nota – che i verbali delle audizioni della Commissione ministeriale – che secondo quanto dichiarato dal Presidente della Commissione dovevano essere inviati agli interessati entro una settimana – ad oltre un mese di distanza non sono stati ancora consegnati agli stessi, così come le registrazioni. Stupisce che siano stati resi disponibili prima alla stampa. Va inoltre premesso che l’oggetto della audizione, sulla base della richiesta di convocazione, erano la delibera del Consiglio d’Amministrazione della società che aveva approvato l’intervento di retrofitting e le analisi sismiche completate o in corso di predisposizione sui viadotti con luce superiore ai 30 metri”.

“L’Amministratore delegato e il Direttore Centrale Operations, auditi dalla Commissione, hanno fornito spiegazioni sui due punti oggetto di approfondimento”.

“Ma l’audizione è quasi immediatamente virata verso una serie di domande relative alle cause dell’evento, a temi tecnici e ad altri aspetti di dettaglio, rispetto ai quali i dirigenti hanno chiarito di non avere elementi di dettaglio, sui quali peraltro pende come noto un’indagine da parte della magistratura. Su questi temi l’amministratore delegato ha chiesto che fosse formulata una lista di dettaglio delle domande, cui poter fornire puntuale riscontro da parte delle strutture tecniche della società. Tale richiesta non è mai pervenuta alla società”, chiarisce la nota.

Il riferimento all’articolo è chiaro. I due giornalisti delineano un profilo molto negativo dell’ad di Autostrade Castellucci. “Il confronto tra Mortellaro e Castellucci, però, sale ancora di tono. «Ci sono stati 43 morti e la vostra società ha subito ingenti danni, anche in Borsa. Vorremmo conoscere i risultati della sua indagine interna». È il minuto 48 della registrazione e Castellucci è costretto di uscire allo scoperto: «Le cause di questo disastro a noi non sono note. Le uniche dichiarazioni che ho visto fare sono quelle di concause. Ma noi non abbiamo accesso ai luoghi. Non abbiamo una capacità di farci una nostra opinione e non accetto che ci sia una predefinita dichiarazione di responsabilità dell’azienda su quanto è successo. Non lo ritengo assolutamente scontato»”, si legge sul quotidiano diretto da Mario Calabresi.

“La procedura – prosegue la nota di ASPI – impostata da parte della Commissione è al di fuori di ogni regola: interrogatori senza verbale che vengono diffusi, modifica degli argomenti rispetto a quelli previsti dalla convocazione. Ma ancora più grave è la natura pregiudiziale delle conclusioni. Appena 9 giorni dopo la sua piena costituzione, la Commissione è giunta a suo dire non solo ad identificare le cause probabili del crollo, ma anche ad escludere qualsiasi responsabilità di chi ha contribuito alla elaborazione e approvazione del progetto di retrofitting”. Una precocità di conclusioni che è stata censurata pubblicamente anche dalla Procura di Genova”, conclude ASPI.

Insomma  i vertici di quest’ultima non ci stanno a passare per quelli che hanno fatto scena muta davanti alla Commissione d’inchiesta.

Intanto nella serata di domenica il piano di ricostruzione del viadotto sul Polcevera che sostituirà il ponte Morandi a Genova è arrivato nella disponibilità del sindaco di Genova e commissario straordinario alla ricostruzione Marco Bucci attraverso un’email. All’interno è contenuto il progetto – quaranta elaborati tecnici e strutturali – accompagnati da una relazione generale che, nell’ipotesi più breve, prevede 9 mesi di lavori a partire dal via libera al progetto per l’abbattimento e la ricostruzione del ponte. Su tale progetto, come Autostrade aveva comunicato lo scorso 11 ottobre in una nota, la società è pronta ad impegnarsi contrattualmente al rispetto dei tempi indicati, fornendo garanzie economiche al riguardo.

 

A cura di Giovanni Cioffi

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