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Ponte Genova: Cozzi, corsa contro tempo pensando a vittime

 

“E’ stata una corsa contro il tempo per rispettare la data di inizio dell’incidente probatorio, ma è stato fatto tutto per bene. Una corsa pensando sempre ai familiari delle vittime”.

Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi è tra gli “artefici” della soluzione per celebrare il secondo incidente probatorio nell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi ai tempi della pandemia da Coronavirus.
E’ lui che ha pensato a una tensostruttura nell’atrio del tribunale per ospitare i periti, i consulenti, i legali e gli imputati, oltre ai parenti. Sono 71 le persone indagate, tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea, dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato, oltre alle due società: le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
“E’ stato un lavoro straordinario – prosegue Cozzi – perché particolare. In tanti anni in magistratura mai mi sarei aspettato di dovere organizzare un processo così grande e importante nel corso di una pandemia mondiale. Dopo l’incidente probatorio chiuderemo le indagini: non è inverosimile che ciò avvenga tra marzo e aprile”.

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