Nei paesi con la maggiore parità di genere sempre meno donne scelgono di diventare ingegneri, ricercatrici, scienziate, perchè?
Nei paesi in cui c’è più parità tra uomini e donne, ci sono anche meno donne nelle discipline STEM. Possibile? Pare proprio di sì e la motivazione è strettamente legata al divario di genere e al bisogno di emancipazione delle donne che vengono discriminate sul lavoro.
Uno studio recente, pubblicato da Psychological Science e condotto dagli psicologi Gijsbert Stoet della Leeds Beckett University e David Geary dell’Università del Missouri, spiega che esiste un paradosso delle discipline STEM: siamo brave nelle materie scientifiche, ma non ci interessano.
Quali possono essere allora i motivi? Prima di tutto culturali. I paesi dove c’è meno parità di genere spronano di più le ragazze a impegnarsi nelle materie STEM. Dove il gender gap è minore c’è meno pressione sociale che spinge le ragazze a diventare ingegnere o astrofisica, perché anche se scelgono di diventare insegnanti o filosofe, manager o illustratrici, architette o avvocatesse, la carriera per loro non è una corsa a ostacoli contro il soffitto di cristallo, la discriminazione arbitraria che permette agli uomini di fare carriera e schiaccia indietro le donne.
Le donne che vivono in paesi dove il maschilismo è dominante vedono le materie scientifiche come uno strumento potente per emanciparsi ed essere indipendenti economicamente: sono pagate bene, danno prestigio sociale e in genere hanno percorsi di carriera più lineari.