6000 esodati sono ancora senza lavoro e stipendio
Uno dei principali problemi che dovrà affrontare il prossimo esecutivo, quando e qualora si formerà, sarà la nuova riforma delle pensioni, che dovrà risolvere lo scottante problema degli esodati. Dopo otto salvaguardie, infatti, sono ancora 6000 i soggetti esodati ancora senza stipendio e senza lavoro. La questione è spesso affrontata da Radio Cusano Campus, che è solita ospitare ex dipendenti e le loro drammatiche vicende.
L’ultimo ad intervenire è stato Angelo Castagna, che dai microfoni del programma “Legge o Giustizia” condotto da Matteo Torrioli, ha denunciato ancora una volta la situazione: «Purtroppo oggi non si parla di noi 6000 rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie per colpa di assurdi vincoli e paletti che messi dal legislatore – ha detto Castagna – sono esodato e senza lavoro dalla fine del 2010. Avevo accettato l’esodo con la certezza, certificata, che ad una data certa sarei andato in pensione. La politica ci ha marciato su queste salvaguardie. Ne sarebbe bastata una invece di farne otto. Qualcuno diceva non ci fossero le coperture finanziarie e non era vero. Dovrebbe essere un atto dovuto della politica».
«Il nuovo Governo, come primo atto, dovrebbe fare un Decreto per sanare questa situazione».
«Molti di noi – prosegue Castagna – sono alla disperazione. Io sto vivendo grazie ai miei risparmi. I soldi che ho da parte sono ridotti al lumicino e, per fortuna, ho un coniuge che lavora. Se mi avessero detto ai tempi che non avrei avuto la certezza di avere la pensione avrei fatto di tutto per continuare a lavorare. Quello che ci è successo non è corretto moralmente. Bisogna essere sempre ottimisti ma arrivi ad un punto in cui sei esasperato. Tra l’altro, voglio che sia chiaro che ormai noi non c’entriamo nulla con una eventuale revisione della Legge Fornero. Ci sono tanti disperati che vivono la mia situazione. Non vorrei si arrivasse ad un epilogo tragico che farà notizia».
«Ci si occuperà di questi 6000 esodati quando qualcuno si toglierà la vita perché stremato. Io avrei dovuto avere la pensione a settembre del 2017. Per effetto della finestra mobile mi hanno rimandato ad ottobre del 2018. Poi è intervenuto l’adeguamento all’aspettativa di vita e per 20 giorni sono rimasto escluso dalla precedente salvaguardia. L’INPS mi ha quindi comunicato che andrò in pensione nel 2023».