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“Pamela Mastropietro è stata violentata”. La ricostruzione del pm e la decisione del Riesame

Secondo le ricostruzioni dell’accusa, Innocent Oseghale avrebbe stuprato Pamela Mastropietro prima di ucciderla

MACERATA – Prima violentata, poi brutalmente uccisa e poi ancora fatta a pezzi e chiusa in una valigia. E’ questa l’inquietante ricostruzione fornita dal pm Giovanni Giorgio davanti al Tribunale del Riesame di Ancona nel processo sull’omicidio di Pamela Mastropietro per ribadire la richiesta a carico di uno dei quattro indagati nigeriani, Innocent Oseghale, 29 anni, già detenuto ad Ascoli Piceno per omicidio, vilipendio, distruzione, occultamento di cadavere e spaccio di droga. Secondo il pm, Oseghale non solo uccise Pamela Mastropietro, la 18enne romana che si era allontanata dalla comunità Pars di Corridonia, ma la violento’ approfittando del suo stato confusionale conseguente all’assunzione di droga. Questa tesi è stata però rigettata dal gip del tribunale di Macerata, Giovanni Maria Manzoni, che ha disposto per il 28enne nigeriano la misura cautelare in carcere solo per il reato di omicidio volontario.

«Oseghale nega ogni tipo di rapporto di violenza sessuale – ha dichiarato la difesa, al termine dell’udienza -. Il riscontro oggettivo di un atto sessuale probabilmente esiste, ma non significa che sia stato commesso con costrizione».

Una posizione in linea con quella del gip di Macerata, convinto che Oseghale abbia volontariamente ucciso Pamela, ma che sull’accusa di violenza sessuale ha parlato di «mera ipotesi non suffragata da elementi». L’udienza di questa mattina è durata più a lungo del previsto: la sensazione era che la decisione arriverà al massimo entro 5 giorni. Se il tribunale dovesse accettare il ricorso della procura, la difesa ha gia’ annunciato che si rivolgera’ in Cassazione, di fatto sospendendo l’esecuzione della nuova ordinanza.

All’esterno del palazzo di Giustizia la mamma di Pamela combatteva la sua personale battaglia alla ricerca della verità sulla morte della figlia.

Alessandra Verni insieme a parenti e amici ha chiesto di fare luce «a trecentosessanta gradi» sull’omicidio e sui fatti che lo hanno preceduto. La mamma di Pamela è convinta che la figlia «sia stata violentata» da Innocent Oseghale. “Pena dura e certa” c’era scritto in rosso su una delle tre lenzuola bianche esposte davanti tribunale. Una richiesta ripresa anche da Marco Valerio Verni, che nel ribadire «piena disponibilità della famiglia» a contribuire alle indagini, ha spiegato che «nessuno vuole una giustizia sommaria». Piuttosto, ha aggiunto lo zio della ragazza e legale della famiglia, «giustizia sommaria va intesa nei confronti di Pamela: vogliamo che chi abbia compiuto questo efferato e barbaro omicidio venga assicurato alle patrie galere, che sia stata una o più persone». «Si faccia la dovuta attività di indagine su tutti i fatti che hanno preceduto il tragico epilogo – ha concluso -, compreso l’allontanamento dalla comunità».

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