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Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia camminano insieme. Manifestazione nazionale 18 giugno 2022 in piazza del Popolo a Roma

Per la pace.

La condizione che stiamo attraversando è straordinaria: pandemia, guerra, nuovo paradigma digitale, ambientale ed energetico hanno travolto e messo in discussione tutto.

Il momento delle scelte è adesso, e ha bisogno di una larga condivisione di idee e partecipazione del mondo del lavoro e di tutta la società civile per cambiare lo stato delle cose verso un nuovo mondo, una nuova Europa, un nuovo Paese.
Subito e guardando al futuro!

La guerra è sempre orrore e devastazione, oggi è stata portata nel cuore dell’Europa dalla criminale aggressione della Russia di Putin all’Ucraina. In guerra i primi a soffrire sono le lavoratrici e i lavoratori, i primi a morire sono i giovani sotto le armi, le donne, i bambini e gli anziani che non riescono a fuggire. E le conseguenze drammatiche sul popolo ucraino rischiano di espandersi ulteriormente se non si lavora con determinazione per la pace.
Gli effetti anche oltre i confini del continente europeo sono già evidenti, a partire dalla crisi alimentare a causa del blocco all’esportazione del grano e alla crescita dell’instabilità in vaste aree del mondo.
La CGIL si è impegnata da subito contro l’invasione russa, a sostegno degli ucraini, della democrazia e del diritto all’autodeterminazione attraverso aiuti umanitari e progetti di accoglienza. Ma anche per chiedere il cessate il fuoco e costruire la pace attraverso il negoziato. La guerra non si ferma con la guerra né con l’aumento delle spese militari ma dando vita come proposto dal nostro Presidente della Repubblica a unanuova conferenza internazionale di pace sul modello di Helsinki del 1975 per intraprendere la strada del disarmo, della coesistenza e di un nuovo multilateralismo.
L’Europa, ed in essa l’Italia, può e deve svolgere un’azione diplomatica attiva per una pace duratura e proporsi come fondamentale elemento di garanzia contro la crescita di logiche nazionaliste xenofobe e discriminatorie.
Il nostro impegno è affermare in Europa una cultura di garanzie universali dei diritti umani e di accoglienza verso tutti coloro che sono vittime e profughi della guerra.

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