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Operazione Ponte Morandi, il costo finale si aggirerebbe sui 430 milioni

Per l’affidamento dei lavori si deciderà fra Fincantieri-Piano e Cimolai-Calatrava

Dalla demolizione alla costruzione. La decisione- chiave sta per essere formalizzata. Concluso da giorni il lavoro della commissione tecnica, assegnato al megaconsorzio di 11 imprese la demolizione dei monconi del ponte, formalizzato con il ministro dei Trasporti Toninelli l’iter per l’apertura dei cantieri, manca l’ultimo fondamentale tassello per completare il mosaico progettuale. Poi toccherà ai cantieri tradurre tutto questo in lavoro. Ma il commissario Marco Bucci ha già dato a tutti appuntamento per domani, quando ci sarà il primo atto di un lavoro che durerà per un anno intero ( nella migliore delle ipotesi) permettendo così di vedere nuovamente in piedi il Morandi alla fine del 2019. Per poterlo percorrere ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma sarebbe davvero un’impresa avere per il prossimo Natale il ponte ricostruito. «Ce la faremo» promette Bucci senza aggiungere altro. Questione comunque di giorni, se non di ore, per sciogliere l’ultimo interrogativo che vede in gara la cordata Fincantieri-Salini Impregilo- Italferr che si ispira al disegno dell’architetto Renzo Piano e il gruppo Cimolai che si è affidato a Santiago Calatrava. L’idea del commissario sarebbe quella di riunire i due concorrenti in un unico soggetto, riuscendo magari a unire anche i due architetti ( con il ponte a Calatrava e il parco urbano a Piano). Ma l’ipotesi pare difficilmente praticabile. Se la scelta dovesse invece premiare un solo soggetto, allora sembrerebbe favorita la cordata Fincantieri con il colosso delle costruzioni Salini Impregilo ( ieri però multato per 848 milioni di euro dall’autorità del Canale di Panama per cui ha realizzato il raddoppio dell’infrastruttura) e Italferr ( Fincantieri e Italferr sono due aziende che fanno capo alla Cassa Depositi e Prestiti, e quindi al ministero del Tesoro). Per la certezza bisognerà però attendere le parole di Bucci. Ciò che è invece già certo è il conto finale dell’operazione: 430 milioni di euro fra demolizione, ricostruzione e tutti gli altri interventi collegati. La cifra è stata quantificata dalla struttura commissariale e fornita subito al ministero dei Trasporti. «Sarà Autostrade a pagare tutto quanto» ha subito commentato il ministro Toninelli. Resta da capire se Autostrade sarà dello stesso avviso. Negli uffici della struttura commissariale al terzo piano del Matitone, intanto, si è svolta una conferenza dei servizi per affrontare il tema della demolizione a cui hanno partecipato i rappresentanti delle dieci aziende, della protezione civile e dei vigili del fuoco. Come ha annunciato il commissario-sindaco Marco Bucci inizierà il montaggio del cantiere, ma la demolizione vera e propria non avverrà fino a quando la procura non darà il via libera al dissequestro del viadotto che potrebbe avvenire lunedì 17 dicembre al termine dell’udienza dell’incidente probatorio. La demolizione avverrà con esplosivo sul moncone est, quello che incombe sulle case, anche queste saranno abbattute, mentre sul moncone di ponente si interverrà con lo smontaggio. L’area di cantiere è stata scelta: sarà in via Lorenzi, accanto all’Ansaldo e proprio di fronte all’ex Isola Ecologica Amiu distrutta dal crollo. La prima farse operativa, propedeutica all’installazione delle strutture, riguarderà gli studi geotecnici sul suolo. Sotto al cantiere infatti ci sono i sottoservizi (rete idrica, gas, telefoniche) e i tecnici dovranno capire quanto è resistente la base dove verranno posizionate le gru e i pezzi del ponte che verranno tagliati. Come verranno calati, è ancora tutto da decidere. L’opzione gru resiste, tanto che verranno condotti studi sul peso che dovrà sopportare il suolo, sui contrappesi e l’equilibratura dei macchinari per via del basamento importante, ma non viene neppure escluso che i pezzi vengano calati utilizzando degli speciali martinetti idraulici. Una soluzione che viene ritenuta più veloce e con meno rischi. E mentre si attende il verdetto del commissario per la ricostruzione, quello per l’emergenza, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti firma il decreto per l’assunzione di addetti. È lui stesso a comunicarlo su Facebook. La giunta regionale ha infatti stanziato 10 milioni che serviranno a far fronte alle necessità e, in particolare, a consentire a Regione, Città Metropolitana, Comune, società controllate e Camera di Commercio di assumere 300 addetti per il 2018 e 2019 con funzioni di protezione civile, polizia locale e supporto all’emergenza, con contratti a tempo determinato.

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