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Omnibus: opere pubbliche, prorogati termini per piccoli Comuni

Su requisiti per edilizia popolare confermati 5 anni residenza in
Fvg

Trieste, 26 mag – Una scelta che va incontro alle esigenze dei
piccoli comuni che, spesso per motivi legati alla carenza di
personale o agli effetti dell’emergenza pandemica, si trovano in
difficoltà a dover gestire i lavori e le rendicontazioni delle
opere nei tempi previsti.

Questo è il concetto espresso oggi a Trieste dall’assessore
regionale alle Infrastrutture in sede di Consiglio regionale nel
corso del dibattito dedicato all’approvazione del ddl Omnibus.

Come ha spiegato l’assessore, il provvedimento, approvato
dall’Aula, concede la possibilità ai Comuni di piccole dimensioni
di chiedere la proroga per la presentazione finale della
rendicontazione dei lavori finanziati dalla Regione (legge n.2
del 2000).

In relazione alla necessità di questo intervento, l’esponente
della Giunta regionale ha parlato di un segnale proveniente del
territorio e recepito dalla Giunta, sottolineando come il rischio
in questi casi sia quello che gli enti locali non riescano a
impiegare le risorse stanziate.

Nel dettaglio, i Comuni richiedenti la proroga dovranno
presentare, oltre alle motivazioni che giustificano la richiesta,
anche un cronoprogramma in merito agli adempimenti a loro carico.
In base all’esame della documentazione l’Amministrazione
regionale, caso per caso, individuerà la quantificazione
temporale della proroga.

Sempre nel corso della seduta odierna, a seguito del
respingimento da parte del Consiglio di un emendamento –
presentato dall’opposizione e relativo ai beneficiari delle
politiche abitative regionali, che chiedeva l’abolizione del
requisito di 5 anni di residenza in Friuli Venezia Giulia –
l’assessore ha commentato come la scelta dell’Amministrazione
rappresenti una decisione ragionevole fondata sull’effettivo
grado di integrazione dei soggetti richiedenti.

Come ha spiegato l’assessore, su questo non è stata intrapresa
alcuna iniziativa da parte dell’autorità giudiziaria in ordine
alla legittimità del provvedimento. Per quel che riguarda invece
la documentazione richiesta ai cittadini extracomunitari sul
possesso di eventuali proprietà nei loro paesi di origine o di
provenienza, l’assessore ha confermato la volontà della Regione
di andare fino all’ultimo grado giudizio dopo la sentenza del
Tribunale di Udine contro il regolamento della norma in
questione, in quanto la legge, come ha concluso l’assessore,
previene una discriminazione nei confronti dei cittadini italiani
e comunitari che hanno l’obbligo di presentare almeno
un’autocertificazione.

Sul tema, infine, l’assessore ha confermato come la Corte
costituzionale non si sia mai espressa negativamente sulla legge
regionale del Friuli Venezia Giulia, tanto che essa è ancora in
vigore. La sentenza citata dalle opposizioni riguardava infatti
la Regione Abruzzo, che, per altro, contiene elementi discordanti
rispetto a quella varata dalla Regione Fvg.
ARC/GG/pph

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