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Omicidio Pamela Mastropietro, Oseghale chiede interrogatorio. Forse il 20 luglio

L’uomo dovrà rispondere dei reati di omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere

Innocent Oseghale, il nigeriano in carcere a Marino del Tronto perché accusato di aver ucciso la 19enne romana Pamela Mastropietro, ha chiesto di essere interrogato dalla procura di Macerata. Sono stati i suoi legali, Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, a formalizzare la richiesta, che fa seguito alla chiusura delle indagini comunicata il 12 giugno scorso. L’uomo dovrà rispondere dei reati di omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. In tutti i precedenti interrogatori si è sempre proclamato innocente, anche se ha cambiato più volte versione dei fatti.

Con ogni probabilità, Oseghale sarà ascoltato dai magistrati che conducono le indagini il prossimo 20 luglio

Gli esami compiuti dal Ris dei carabinieri avevano riscontrato solo tracce del nigeriano nell’appartamento in via Spalato teatro del massacro, dov’erano stati trovati i vestiti di Pamela, e sul corpo della giovane. E le telecamere di videosorveglianza vicino al palazzo lo avevano immortalato in compagnia della 18enne la mattina del 30 gennaio. Elementi da cui gli inquirenti basano la convinzione che Oseghale abbia violentato Pamela che il giorno prima si era allontanata dalla comunità terapeutica Pars di Corridonia dov’era in cura per problemi psicologici e di droga, approfittando delle sue condizioni di inferiorità psichica dovuta all’assunzione di eroina e che l’abbia uccisa e smembrata in maniera ‘maniacale’ per nascondere lo stupro. Una ricostruzione solo parzialmente avallata dal gip e dal Riesame secondo cui non ci sono gravi indizi per l’accusa di stupro.

Oseghale aveva fornito due diverse versioni, raccontando una volta di essere fuggito quando Pamela si era sentita male dopo avere assunto eroina. Un’altra volta di averla lasciata sola con Lucky e di aver trovato, la sera stessa, i due trolley con dentro il corpo a pezzi della ragazza. Valigie che, come riferito da un conoscente ‘tassista’ estraneo alla vicenda che lo accompagnò, Oseghale provvide indiscutibilmente ad abbandonare sul ciglio della strada a Pollenza.

Cosi’ com’è certo che Pamela non venne stroncata da un’overdose ma uccisa.

Lo hanno confermato esami tossicologici e referti medico legali stilati degli esperti dell’Università di Macerata: la giovane venne accoltellata due volte all’altezza del fegato. Oseghale resta l’unico indagato per il delitto: oltre a Lucky, è uscito di scena per l’omicidio anche l’altro nigeriano Lucky Awelima, anche lui detenuto solo per spaccio.

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