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Malta: il premier annuncia data elezioni, il 26 marzo

 

Il 26 marzo Malta andrà al voto per il rinnovo del Parlamento.

La data, come previsto dalla Costituzione maltese, è stata decisa dal primo ministro Robert Abela che l’ha annunciata oggi durante un comizio nella località di Floriana, alle porte della Valletta.

Le elezioni si terranno quindi circa 10 settimane prima della decadenza dell’assemblea legislativa ed appena una settimana prima dell’attesa visita ufficiale di Papa Francesco sull’isola, più volte rimandata negli ultimi due anni.
Secondo i sondaggi pubblicati dei media maltesi, il partito Laburista guidato da Abela dopo l’uscita di scena di Joseph Muscat ha un margine di circa 15 punti (45,1% contro 30,3%) sull’opposizione di centro-destra espressa dal Partito Nazionalista, guidato da Bernard Grech, e punta alla riconferma della maggioranza assoluta per la terza legislatura consecutiva.
Nelle ultime settimane tuttavia Grech ha ridotto il distacco dal primo ministro che il 13 gennaio 2020 ha ereditato un governo ed un gabinetto di ministri ereditati da Muscat, i cui successi economici e politici sono stati messi in ombra dagli scandali emersi durante le indagini per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Ora Abela promette cambiamenti e riforme che rassicurino tanto lo statu quo maltese quanto i partner internazionali. “La nostra primavera sarà brillante, perché siamo forti in questo momento. Siamo la forza di governo che ha rafforzato la democrazia e ha creato forti sistemi di controllo che dureranno per generazioni” ha detto il premier, sottolineando lo sforzo compiuto dal suo esecutivo per riguadagnare la fiducia di Ue e Usa. Con l’amministrazione di Washington prima particolarmente attiva nell’evitare l’insabbiamento dell’assassinio della giornalista, poi nel volere l’inserimento di Malta nella lista grigia dell’anti-riciclaggio (mossa cui Abela ha risposto promettendo riforme profonde sui controlli finanziari) e nel sanzionare i due uomini più vicini all’ex premier e coinvolti in “evidenti casi di corruzione”, Keith Schembri e Konrad Mizzi.

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