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L’Infiorata a Campobasso: storia, tradizione e devozione popolare

Giungendo a Campobasso, la prima cosa che colpisce lo sguardo è il castello Monforte che dall’alto del Monte svetta sul ventaglio di case del centro storico e vigila solenne ed altero sui quartieri della città moderna. Il Monte, utero da cui si è originata la città e fulcro delle vicende che ne hanno caratterizzato la storia e ne hanno connotato l’assetto politico ed amministrativo, sociale e culturale.
Sul Monte si recavano i devoti a trovare consolazione in Maria e a chiederne l’intercessione nella chiesa posta di fronte al castello. Al posto dell’antica cappella gentilizia dedicata alla Vergine e destinata alla sepoltura dei feudatari – la cui prima attestazione pare risalire al 1241 – sta attualmente la chiesa di Santa Maria Maggiore, tenuta dai Cappuccini e vissuta, per un periodo della sua vita, da San Pio da Pietrelcina.
Da essa si snoda una delle manifestazioni di devozione popolare più cara ai campobassani.
Il 31 maggio, partendo dalla chiesa, ha infatti luogo una solenne processione che conduce Maria tra le stradine del borgo antico e per le vie del centro. Da anni, quella che è nata come manifestazione di gioia al termine dei lavori di restauro della chiesa il 30 maggio 1911, si è arricchita anche a Campobasso della tradizione di preparare tappeti devozionali con petali di fiori ed erbe, la cosiddetta Infiorata. Tradizione nata a seguito del Miracolo di Bolsena, allorquando gli abitanti delle terre attraversate durante il tragitto dei paramenti sacri intrisi di sangue a seguito del Miracolo di Bolsena, ne accompagnavano il passaggio lanciando petali di fiori.
In questa giornata le stradine del centro storico si colorano di nastri, di quadri floreali con invocazioni alla Madre, soggetti religiosi o motivi geometrici grazie alla creatività ed alle mani operose degli abitanti della zona. Grandi e piccini fanno a gara per creare il “tappeto” più bello o significativo.
La statua della Madonna attraversa il percorso preparato per il suo passaggio in un tripudio di colori, sotto una cascata profumata di petali di rosa che piove dai balconi vestiti delle coperte o delle tovaglie più preziose di corredi antichi.
Ad impreziosire ultimamente il dono della città a Maria un ulteriore elemento originale e fortemente identitario: la presenza di donne in costume tradizionale campobassano dell’associazione “MoliseRadici: Cultura, Costume, Tradizioni” di Campobasso.
I componenti del sodalizio culturale si appassionano da anni alla riscoperta del costume tradizionale locale in uso fino ai primi decenni del 1900 e lavorano alacremente per la corretta trasmissione della cultura tradizionale, soprattutto alle nuove generazioni.
Nuove generazioni coinvolte da MoliseRadici in percorsi didattici finalizzati alla scoperta delle tradizioni cittadine, come appunto quella dell’Infiorata: alcuni alunni dell’ I.c. Montini di Campobasso hanno animato la preghiera dei fedeli e l’offertorio durante la celebrazione della messa, e accompagnato Maria Regina dei Monti intonando antichi inni a Lei dedicati; le bambine, vestite di bianco, hanno fatto corona intorno alla statua di Maria tenendone i nastri e recitando l’ antico rosario cantato, ormai pressoché sconosciuto alla maggior parte dei campobassani stessi, proprio come il costume tradizionale cittadino, ricostruito scientificamente da MoliseRadici attraverso lo studio dei vari tipi di fonte e consultando i capitoli matrimoniali dei Fondi Notarili.
Un momento di forte devozione popolare diviene cosi, grazie ad associazioni come MoliseRadici, occasione anche di crescita e di promozione culturale della città.

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