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Libraccio OUTLET di Via Oberdan, si scrive trasferimento, si legge licenziamento

L’Organizzazione Sindacale Filcams Cgil di Bologna si trova costretta a tornare sul tema deilicenziamenti illegittimi mascherati da trasferimenti. Questa volta a farne le spese è una lavoratrice della Libraccio Outlet Srl, assunta presso il puntovendita di Via Oberdan a Bologna, e che nelle scorse settimane è stata raggiunta dall’amministratore delegato della società, il quale le rappresentava la necessità di un trasferimento presso il punto vendita di Parma. A seguito di questa comunicazione seguiva poi il provvedimento di trasferimento, prontamente impugnato dalla lavoratrice tramite la scrivente Organizzazione Sindacale che ne richiedeva l’immediato ritiro. I motivi che parrebbero sottostare alla decisione aziendale sarebbero le brutte acque in cui versa il punto vendita bolognese – in verità assolutamente non peggiore di altri in termini di incassi e nonostante il carico di lavoro del negozio rimasto invariato rispetto al pre-pandemia – e la contestuale necessità di una risorsa in altra provincia. A ciò si aggiunge, parrebbe, la scelta discriminatoria di quella precisa lavoratrice poiché “senza famiglia o figli a Bologna”.

A nulla sono valsi i vari tentativi dell’Organizzazione Sindacale e dei lavoratori del punto vendita, che uniti e fino alla fine hanno provato invano a costruire un confronto con l’azienda per evitare scelte unilaterali di tale gravità. Si specifica che già da tempo i lavoratori del punto vendita di Via Oberdan lamentavano una carenza di personale strutturale, che già comportava ritmi forzati e straordinari costanti e che diventerebbe quindi insostenibile a seguito del trasferimento della lavoratrice. Questo avviene, ci riportano i lavoratori coinvolti, in un pesante clima che si respira nel puntovendita bolognese con la dirigenza aziendale che utilizza l’istituto del trasferimento e il proprio potere direttivo come minaccia individuale e ricatto al fine di mantenere il controllo sui dipendenti, pretendendo maggiori sforzi e maggior flessibilità nel lavoro. Metodi, talvolta anche verbalmente violenti, inaccettabili su un luogo di lavoro, atti a costringere i propri lavoratori a subire straordinari imposti, turnazioni sfiancanti o maggiori carichi di lavoro esclusivamente in nome del profitto.

Come Filcams Cgil di Bologna siamo costretti nuovamente a ribadire che l’utilizzo illegittimodell’istituto del trasferimento presso altra provincia, naturale anticamera di un licenziamento ocomunque di una chiusura consensuale del rapporto di lavoro, soprattutto in un momento così grave come quello che l’intero paese sta vivendo, non può essere tollerato.

p. Filcams – CGIL – Bologna
Alessandro Fabbri

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