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Lei russa, lui ucraino insieme suonano per la pace

 

Lei, Ksenia Milas, è russa, lui, Oleksandr Semchuk, è ucraino.

Sono moglie e marito, entrambi violinisti.

Sono i protagonisti dello show “La musica che unisce”, una campagna per la pace, che parte sabato prossimo. La coppia, che vive a Imola, vive con tensione ciò che accade in Ucraina. Il paese natale di Oleksander, dove vivono alcuni familiari, è stato bombardato. “Noi siamo un esempio di amore tra due persone di Paesi in guerra. Il mio appello è per il dialogo”, dice Semchuk.
“Le tensioni c’erano da anni ed era difficile dare torto o ragione a qualcuno. Mio marito ha parenti in diverse parti dell’Ucraina. Il primo bombardamento ha coinvolto l’aeroporto della sua città natale”. “Le bombe sono cadute vicino alla casa della mia sorellastra a Ivano – Frankivs’k”, sottolinea Oleksander ricordando di aver sentito subito al telefono la donna. “E’ una tragedia da entrambe le parti – prosegue Ksenia -. In Ucraina la situazione è tragica: muoiono i civili e abbattono i monumenti, che testimoniano la loro storia e la loro cultura. Sono due popoli fratelli: molti russi hanno parenti in Ucraina e viceversa. I miei nonni, ad esempio, erano di Odessa, ma io sono russa. La guerra è il modo sbagliato per risolvere le crisi”.
La coppia sottolinea che questa è la guerra di Putin non del popolo russo. “Alcuni miei amici di San Pietroburgo sono usciti per pochi minuti in strada, mostrando un cartello per la pace e sono stati arrestati – dice Ksenia -. La maggior parte dei russi è contro la guerra. Come anche tanti soldati. Molti sono stati mandati a combattere senza sapere cosa stesse accadendo veramente, hanno pensato si trattasse di una esercitazione.
Molti hanno abbandonato le armi, perché non vogliono sparare agli ucraini”. I due sono critici anche con chi vuol boicottare la Russia colpendo la sua cultura. “Chi insulta il popolo russo è fuori di testa e ignorante”, dice lei. “Boicottate chi sta con Putin, ma non la cultura. E’ come se per protestare contro la Germania di Hitler non dovessimo più suonare Schubert, Brahms o Bach o leggere Nietzsche”, sottolinea lui.
Ora il concerto per la pace, poi Ksenia e Oleksandr si recheranno al confine con la Polonia per accogliere alcuni familiari in fuga. “Alcuni parenti di mio marito saranno ospitati in Polonia, altri li porteremo a casa da noi”, dice Ksenia.

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