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Legambiente rinnova il suo impegno per la tutela dell’ecosistema marino sottoscritto a New York.

Legambiente rinnova il suo impegno per la tutela dell’ecosistema marino sottoscritto a New York.

Il Cigno verde rinnova l’impegno presentato nel 2017 alla I Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano presentando in un evento online gli obiettivi raggiungi finora nella tutela della salute del Mediterraneo.

Dal 27 giugno al 1° luglio 2022 a Lisbona si terrà la II Conferenza delle Nazioni Unite sull’Oceano. Un evento di rilevanza mondiale che vede la partecipazione dei Governi, della società civile e dei partner del settore imprenditoriale e associativo, esortandoli ad assumere un ruolo attivo nel raggiungimento degli obiettivi dell’SDG 14 – Salvaguardare la vita marina – e a impegnarsi per la sostenibilità delle risorse marine.

In un momento così critico e decisivo per gli oceani e i mari, Legambiente è particolarmente orgogliosa di poter confermare la sua partecipazione attiva alla Conferenza di Lisbona anche organizzando un side event online, Scienza e conoscenza: una rete a tutela del Mediterraneo contro i rifiuti marini, che si terrà martedì 28 giugno alle ore 10.30 (ora italiana). Sulla scia dell’impegno sottoscritto in partnership con l’Università di Siena nel 2017 alla I Ocean Conference a New York, durante l’evento online saranno presentati i progressi ottenuti finora nella tutela della salute del Mediterraneo, con particolare attenzione al tema del marine litter, i rifiuti dispersi nel mare e lungo le coste.

Gli oceani e i mari sono stati spesso considerati come fonte di materie prime illimitate in grado di sostenere la crescita industriale, ma anche di assorbire la produzione incontrollata di qualsiasi tipo di rifiuto. Ma negli ultimi anni, in particolare, le plastiche sono diventate una grave minaccia crescente per l’ambiente marino, con effetti letali per le specie marine e con potenziali minacce per la salute umana.

I rifiuti intrappolano, feriscono o vengono ingeriti dagli organismi acquatici, offrono trasporto alle specie aliene per raggiungere ambienti estranei al loro ambiente originale, ma il problema più grande è che le plastiche non scompaiono. Rimangono per decenni nell’ambiente e si frammentano in pezzi sempre più piccoli, impossibili da rimuovere e da individuare: le microplastiche (frammenti di dimensione minore di 5 mm), che hanno una via facilitata per entrare nella catena alimentare e contaminarla.

“Per questo motivo – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente, YouTube di Legambiente, e disponibile nei giorni successivi sui canali social COMMON Twitter e Facebook.

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