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L’ECONOMIA DELLA LIGURIA

Nel 2023 l’attività economica in Liguria ha proseguito a espandersi, ma in misura contenuta; secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nel secondo trimestre la crescita del prodotto avrebbe rallentato, seguendo una dinamica analoga a quella nazionale.

Le prospettive per i prossimi mesi si caratterizzano per significativi margini di incertezza, legati prevalentemente alla debolezza del quadro congiunturale globale e all’evoluzione delle tensioni geopolitiche, accentuate dai recenti attacchi terroristici in Israele. Nei primi tre trimestri dell’anno l’attività delle imprese industriali liguri è aumentata marginal-mente, grazie soprattutto al contributo fornito da aziende che operano su commessa. La quota di imprese che hanno segnalato un incremento delle ore lavorate e del fatturato ha superato quella delle aziende che ne hanno dichiarato una riduzione; le previsioni a breve termine degli operatori sono comunque improntate a prudenza. L’espansione nel settore edile è continuata, pur rallentando, sostenuta dalle agevolazioni fiscali sugli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo e dalla prosecuzione dei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali.

Queste ultime sono destinatarie di ingenti risorse messe a di-sposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dal Piano nazionale per gli investimenti com-plementari al PNRR (PNC). Secondo i dati provvisori segnalati alle Casse edili, nel primo semestre le ore lavorate sono cresciute quasi dell’8 per cento. Nel terziario, i flussi turistici sono ancora aumentati (del 4,1 per cento alla fine di agosto), seppure in misura meno intensa rispetto al 2022, grazie a quelli di provenienza estera; anche il numero dei passeggeri in transito nei porti liguri è salito (di oltre il 69 per cento alla fine di giugno), tornando a superare i livelli pre-Covid. Nel primo semestre del 2023 il traffico commerciale marit-timo si è invece ridotto rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (-5,0 per cento), in particolare nella componente containerizzata (-7,1 per cento).

Nel comparto immobiliare le com-pravendite sono diminuite nel segmento abitativo (di quasi il 12 per cento), mentre sono rimaste stabili in quello non residenziale; i prezzi delle abitazioni sono cresciuti marginalmente (0,3 per cento), ma sono ancora scesi quelli degli altri immobili. La redditività delle imprese ha continuato a beneficiare del positivo andamento dell’attività: circa i quattro quinti di esse prevedono di conseguire un utile nel 2023. La liquidità aziendale si è confermata su livelli elevati, con depositi bancari in crescita. In un contesto caratterizzato dal forte rialzo dei tassi di interesse, la domanda di nuovi prestiti si è indebolita e i finanziamenti al comparto produttivo si sono ridotti in misura marcata (-8,1 per cento alla fine di giugno), in tutti i principali settori; le condizioni di accesso al credito sono diventate leggermente più restrittive in termini di quantità offerte e margini applicati alla clientela più rischiosa. Pur in aumento (dall’1,6 al 2,0 per cento tra dicembre 2022 e giugno 2023), i flussi di posizioni che presentano anomalie di rimborso si sono mantenuti su valori contenuti nel confronto storico.
Nel primo semestre dell’anno in corso l’andamento del mercato del lavoro è rimasto favore-vole: gli occupati sono cresciuti (del 3,7 per cento), in misura più marcata nella componente fem-minile (8,2 per cento) e in quella indipendente (6,5 per cento), e il tasso di disoccupazione è dimi-nuito (portandosi al 6,5 per cento). Le assunzioni nette nel settore privato non agricolo sono state di poco superiori a quelle registrate nel corrispondente periodo dell’anno precedente, grazie agli incrementi osservati nei comparti del turismo e del commercio. Il ricorso alle forme di integrazione salariale si è ulteriormente ridotto.

In base alle previsioni disponibili, nel 2023 i consumi delle famiglie dovrebbero rallentare mar-catamente in termini reali, continuando a risentire dell’elevata inflazione nonostante il suo progres-sivo rientro verso livelli più contenuti (7,1 per cento a settembre). Il forte rialzo dei tassi di interesse ha frenato la domanda di nuovi mutui (che sono diminuiti dello 0,9 per cento), mentre le richieste di credito al consumo (che è salito del 5,6 per cento) sono leggermente aumentate: nel complesso, i finanziamenti di banche e società finanziarie alle famiglie hanno sensibilmente decelerato (0,3 per cento alla fine di giugno). Con riferimento al risparmio finanziario, i depositi delle famiglie liguri sono diminuiti (-5,9 per cento), dopo un prolungato periodo di espansione. I titoli di imprese e famiglie a custodia presso il sistema bancario, valutati ai prezzi di mercato, sono aumentati (18,5 per cento); la crescita dei titoli di Stato e delle obbligazioni bancarie ha riflesso il rinnovato interesse dei risparmiatori verso i bond a fronte dei maggiori rendimenti offerti.

 

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