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L’Associazione Onlus “A Roma Insieme” organizza il sit-in a Montecitorio dopo la tragedia di Rebibbia

 

Al vaglio, la questione dei bambini in carcere di cui si occupa da più di 20 anni.

L’Associazione onlus “A Roma Insieme”, da sempre impegnata nel combattere per trovare delle alternative possibili alla presenza in carcere di donne con figli piccoli, e a breve distanza dalla tragedia di Rebibbia, che ha visto la morte di due bambini, ha avvertito la necessità di riavviare la sua battaglia civile e umanitaria.

A tal proposito si deve il sit-in silenzioso avvenuto nella mattinata a Piazza Montecitorio, con lo scopo quindi di richiamare l’attenzione del Parlamento su questa questione assai delicata.

Nonostante due interventi legislativi e nonostante l’apertura della prima casa famiglia dedicata all’accoglienza di madri con figli private della libertà, ovvero la Casa di Leda, il giorno della tragedia, nel nido di Rebibbia, vi era lo stesso numero di bambini di ben 25 anni fa.

“A Roma Insieme” chiede che vengano accertate le responsabilità dell’accaduto e che vengano disposte alternative al carcere sia in fase cautelare, sia in fase esecutiva.

Tutto ciò evitando processi sommari.

Proprio come riferisce il Garante Anastasia, che esprime così il concetto stesso dell’associazione: “SI ACCERTINO LA RESPONSABILITÀ DEL CASO, MAGARI EVITANDO PROCESSI SOMMARI, MA SI SMUOVANO ANCHE LE RESPONSABILITÀ ISTITUZIONALI”.

Durante la manifestazione, a testimonianza che nell’esecuzione penale, è la Costituzione che deve guidare le scelte del legislatore, le azioni dei pubblici poteri e le decisioni giurisdizionali, vi erano i giudici della Corte costituzionale.

Secondo la Costituzione infatti, in cui non si nomina affatto il carcere in sé, le pene non devono mai andare contro il senso di umanità bensì devono tendere al reinserimento sociale dei condannati.

Per questo motivo è impensabile che a pagarne le conseguenze debbano essere dei bambini.

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