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La geografia delle aree interne nel 2020 – vasti territori tra potenzialità e debolezze

Una parte preponderante del territorio italiano si connota per un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni che, in molti casi, sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi essenziali. Le specificità di questo territorio possono essere riassunte utilizzando l’espressione “Aree Interne”.

La Mappa delle Aree Interne è uno strumento che guarda all’intero territorio italiano nella sua articolazione a livello comunale e identifica i Comuni con un’offerta congiunta di tre tipologie di servizio – salute, istruzione e mobilità – denominati Poli/Poli intercomunali. Rappresenta anche tutti gli altri Comuni in base alla loro distanza da questi Poli (in termini di tempi medi effettivi di percorrenza stradale), classificandoli in quattro fasce a crescente distanza relativa – Cintura, Intermedi, Periferici, Ultraperiferici – e, quindi, con un potenziale maggior disagio nella fruizione di servizi. I Comuni classificati come Intermedi, Periferici e Ultraperiferici rappresentano l’insieme delle Aree Interne del nostro Paese.

La Mappa delle Aree Interne 2014, di riferimento per la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI) e inclusa nell’Accordo di Partenariato (AP) 2014-2020, è stata realizzata in un percorso metodologico che ha visto coinvolti anche l’Istat, la Banca d’Italia e le Regioni.

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