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Interessi attivi e passivi: tutto quello che si deve sapere

In molte circostanze sentiamo spesso parlare di interessi attivi e passivi; si tratta di due concetti fondamentali in ambito finanziario ed economico ed è sicuramente opportuno conoscerli bene, poiché la comprensione del loro funzionamento può risultare particolarmente importante nell’ottica di una corretta pianificazione finanziaria, una strategia importante per gestire il proprio budget familiare (e anche quello aziendale).

Sapere cosa sono gli interessi attivi e passivi e conoscere i meccanismi che ne stanno alla base può infatti essere di notevole aiuto quando si devono prendere importanti decisioni relative a risparmi, investimenti o prestiti.

Interessi attivi: occorre distinguere tra tasso lordo e tasso netto

Gli interessi attivi, altrimenti denominati interessi creditori, rappresentano la remunerazione che deriva da un finanziamento che un soggetto fa a un altro. Esempio classico di interessi attivi sono quelli che percepiamo da una banca per le somme versate in un conto deposito. Tale remunerazione è definita dal tasso di interesse, che può essere più o meno elevato.

Gli interessi attivi possono essere ottenuti non soltanto dai conti deposito, ma anche da investimenti finanziari come per esempio un investimento in Titoli di Stato.

Gli interessi attivi rappresentano un reddito e, in quanto tali, sono sottoposti a tassazione. L’entità di questa dipende dalla fonte che genera gli interessi. Per esempio, per quelli che si ottengono per le somme depositate in un conto deposito, la legge stabilisce un’aliquota del 26%.

È molto importante, quindi, quando parliamo di interessi attivi distinguere tra tasso di interesse lordo e tasso di interesse netto (ovvero quello che tiene conto della tassazione e di eventuali altri costi associati). Per esempio, se un conto deposito propone un tasso di interesse lordo del 5%, quello netto sarà del 3,7%; questo perché la banca applicherà l’imposta sostitutiva del 26% dovuta per legge.

Interessi passivi: l’importanza del TAEG

Gli interessi passivi, altrimenti detti interessi debitori, sono quelli che devono essere pagati quando si richiede un prestito come per esempio un finanziamento auto, un prestito personale non finalizzato, un mutuo casa ecc. Essi rappresentano di fatto la remunerazione per il soggetto che eroga il finanziamento.

È opportuno precisare che gli interessi passivi rappresentano la voce di costo più importante di un prestito che però può essere gravato anche da altre spese. Maggiore è il tasso d’interesse, maggiore sarà l’importo degli interessi da corrispondere.

In tema finanziamenti – e quindi anche in tema di interessi passivi – è fondamentale sapere cos’è il TAEG; con questo acronimo, che sta per Tasso Annuo Effettivo Globale, si indica il costo di un finanziamento espresso in termini percentuali.

La locuzione “effettivo globale” sta a indicare che tale indice non comprende soltanto gli interessi passivi, ma anche altre voci di spesa relative al finanziamento (spese di gestione, spese di incasso delle rate ecc.). Per inciso, la voce TAN, Tasso Annuo Nominale, prende invece in considerazione soltanto la voce interessi.

Il TAEG è un indice particolarmente significativo ed è opportuno considerarlo quando si fanno confronti fra varie proposte di prestito. Infatti, a parità di importo richiesto e di durata del finanziamento, il prestito più conveniente da un punto di vista economico è quello con il TAEG più basso, anche se il suo TAN fosse più elevato.

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