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Industria: area Est Europa strategica per Pmi Fvg, bene fare rete

Udine, 19 mag – L’area dell’Est Europa è sempre stata
strategica per le nostre imprese e va quindi accolta con
riconoscenza l’iniziativa di Confindustria Udine per rafforzare
le relazioni con le associazioni imprenditoriali di quei Paesi.
Il Friuli Venezia Giulia può contare su enti fondamentali per
l’internazionalizzazione come Finest e Sprint, lo sportello per
l’internazionalizzazione di recente potenziato, nonché su nuovi
strumenti messi in campo con l’articolo 58 della legge
Sviluppoimpresa, che riconosce l’importanza strategica del
rafforzamento regionale sui mercati esteri.

Queste le riflessioni che l’assessore regionale alle Attività
produttive del Friuli Venezia Giulia ha portato al convegno “In
East (Europe) we trust” promosso da Confindustria Udine in
collaborazione con Confindustria Russia e Confindustria Est
Europa. Un’iniziativa che, come ha sottolineato il presidente di
Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli, mira a far emergere
opportunità e sinergie fra le imprese regionali e quelle di
Slovenia, Bosnia Erzegovina, Polonia, Macedonia del Nord,
Bulgaria, Ucraina, Bielorussia e Russia, tutte presenti oggi a
Udine con le relative rappresentanze estere di Confindustria.

La Regione – è stato detto – ha saputo dimostrare resilienza e
resistenza alla crisi pandemica grazie a una serie di strumenti
messi a punto in stretta sinergia proprio con le aziende e le
categorie di settore. Per questo l’esponente dell’Esecutivo ha
voluto ringraziare gli imprenditori per gli sforzi e gli
investimenti fatti negli ultimi due anni.

Il Friuli Venezia Giulia, con oltre 70 milioni di euro erogati, è
stata la Regione che ha investito il maggior numero di risorse
per sostenere le imprese durante la pandemia. In questo modo ha
riconquistato posizioni in export, internazionalizzazione, Pil,
occupazione, anche nell’anno complicato che si sta dimostrando
essere il 2022. Una capacità di reagire alle difficolta che
l’assessore ha paragonato ai tempi della caduta del muro di
Berlino, quando la classe dirigente regionale chiese con forza e
ottenne una legge sulle aree di confine. Le legge 19/1991
consentì il rilancio economico del Friuli Venezia Giulia, aprendo
nuove possibilità di crescita economica proprio nell’Est Europa.

Anche oggi la Regione è impegnata a valutare strumenti per
programmare nel medio lungo termine una nuova ripresa che tenga
conto degli stravolgimenti economici e sistemici che questi anni
porteranno con sé. Il Friuli Venezia Giulia parte da numeri che
sono attualmente confortanti: un export del valore di 18,1
miliardi (pari al 3,5% dell’export italiano) di cui 7 miliardi
dalla provincia di Udine; quasi 80mila imprese attive di cui
oltre il 90 per cento costituite da Pmi, la cui dinamicità si
conferma a garanzia di innovazione e sviluppo.
ARC/SSA/ma

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