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Industria alimentare: come avviene oggi il trasporto degli alimenti?

L’agroalimentare ricopre un’importanza strategica per l’economia italiana, sia per il mercato interno che nell’export.

Secondo il primo Rapporto Federalimentare-Censis, il comparto è il primo settore produttivo italiano per valore di fatturato, con un giro d’affari di 179 miliardi di euro nel 2022, una rete di oltre 60 mila imprese e circa mezzo milione di lavoratori.

La richiesta dall’estero è sempre più elevata, con l’export di beni alimentari Made in Italy che ha superato i 50 miliardi di euro annui.

I beni prodotti dall’industria alimentare italiana rappresentano il 16,6% della spesa interna, in linea con la media UE e al di sopra di Germania (13,4%) e Francia (15,7%). A questo successo concorrono numerosi fattori, tra cui una supply chain del fresco gestita in modo efficiente e affidabile.

Come funziona il trasporto di alimenti freschi

 

Gli alimenti freschi durante il trasporto devono essere sempre mantenuti a una temperatura compresa tra 0 e 4°C. In questo modo è possibile rallentarne il deperimento, ne viene mantenuta la qualità e ne sono preservate le proprietà organolettiche come il sapore, il colore e l’odore. In più, viene garantita la sicurezza alimentare dei consumatori.

Naturalmente esistono delle specifiche norme di legge che disciplinano la gestione degli alimenti deperibili, come la normativa ATP. Inoltre, le aziende devono dotarsi di un sistema HACCP idoneo, ossia un insieme di procedure per garantire la salubrità degli alimenti basate sull’analisi e la prevenzione dei rischi.

Per questo motivo le movimentazioni devono essere a temperatura controllata, a partire dal momento in cui gli alimenti escono dalla linea di produzione. Si tratta di un processo che può essere affidato aziende specializzate nella gestione della supply chain alimentare come STEF, vero e proprio punto di riferimento del settore a livello europeo.

Nel dettaglio, il trasporto alimenti di STEF viene effettuato attraverso mezzi refrigerati dotati di sistemi di monitoraggio della temperatura e avvalendosi di una rete di magazzini con appositi impianti di refrigerazione che copre in modo capillare tutto il territorio nazionale, isole comprese.

Come avviene la distribuzione dei prodotti alimentari in Italia

 

In Italia il trasporto di prodotti alimentari avviene per l’85% su strada, come rilevato dai dati diffusi da Eurostat e Banca d’Italia.

Questo processo si svolge tramite l’impiego di appositi mezzi dotati di celle frigorifere per garantire un minore dispendio energetico da parte del motore frigorifero e una refrigerazione ottimale della zona di carico, con un termostato che controlla e mantiene la temperatura all’interno del range richiesto.

In questo modo i prodotti alimentari non subiscono sbalzi termici e surriscaldamenti, condizioni che potrebbero favorire la proliferazione di batteri e compromettere la qualità dei prodotti freschi.

Il trasporto può avvenire direttamente dal luogo di produzione ai punti vendita, sia verso quelli della grande distribuzione organizzata (GDO) che nei negozi di prossimità. Alcune aziende infatti offrono anche servizi di trasporto urbano a temperatura controllata, tramite mezzi refrigerati adatti alla circolazione nei centri cittadini.

In alcuni casi, invece, il trasporto di prodotti alimentari può richiedere un passaggio intermedio, con il transito presso un magazzino refrigerato a temperatura controllata, per esempio se sono necessarie delle operazioni aggiuntive prima della commercializzazione, oppure quando bisogna mettere insieme i prodotti di fornitori diversi prima del trasporto finale verso il punto vendita.

In ogni caso, è grazie alla supply chain del fresco che le aziende riescono a immettere i loro prodotti in tempi generalmente piuttosto brevi e in eccellenti condizioni

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