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Indagine di Greenpeace nella zona di esclusione di Cernobyl smentisce l’IAEA sui livelli di radiazione intorno all’ex centrale nucleare

Jan Vande Putte (left) and Mathieu Soete, Radiation protection advisors from Greenpeace Belgium, at work in Ukraine, 17 July 2022.

Un team investigativo di Greenpeace Germania, in collaborazione con gli scienziati ucraini operanti a Cernobyl, ha scoperto che i livelli di radiazione nelle aree intorno all’ex centrale dove si sono svolte le operazioni militari russe sono almeno tre volte superiori alle stime dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA). Lo scorso aprile, l’IAEA aveva fornito dati molto limitati, assicurando che i livelli di radiazioni erano “normali” e non costituivano un problema importante per l’ambiente o per la sicurezza pubblica. 

Greenpeace teme che il ruolo dell’IAEA in materia di sicurezza nucleare in Ucraina sia gravemente compromesso dai suoi legami con l’azienda nucleare di Stato russa Rosatom, anche in considerazione del fatto che l’attuale vicedirettore dell’IAEA, Mikhail Chudakov, è stato a lungo un funzionario di Rosatom.

“All’interno delle trincee russe abbandonate, abbiamo misurato livelli di radiazioni gamma che si rilevano in presenza di scorie nucleari a bassa attività. È chiaro che i militari russi operavano in un ambiente altamente radioattivo, ma non è questo che l’IAEA cerca di comunicare. Possiamo solo concludere che, per qualche motivo, l’IAEA ha deciso di non indagare a fondo. È chiaro dalla nostra indagine che non c’è nulla di normale nei livelli di radiazioni all’interno della Zona di esclusione di Cernobyl, nonostante ciò che l’IAEA vorrebbe far credere al mondo”, ha dichiarato Jan Vande Putte, esperto di radioprotezione di Greenpeace Belgio.

Greenpeace ha inoltre documentato insieme agli scienziati ucraini di Cernobyl che, a causa delle azioni militari russe, sono stati arrecati gravi danni ai laboratori, ai database e ai sistemi di monitoraggio delle radiazioni. È stata così compromessa l’infrastruttura sviluppata in collaborazione con la comunità scientifica mondiale per studiare l’impatto delle radiazioni sulle persone e sull’ambiente.

“Comprendere la complessità degli effetti delle radiazioni di Cernobyl è cruciale e può essere fatto soltanto mediante una cooperazione scientifica internazionale, messa a rischio dalla guerra della Russia contro l’Ucraina”, ha dichiarato Shaun Burnie, esperto nucleare di Greenpeace Germania. “La sicurezza degli scienziati e degli addetti alla centrale che monitorano le radiazioni sono ora minacciati da un numero imprecisato di mine russe e di esplosivi antiuomo. Questa è un’ulteriore, oltraggiosa eredità della guerra scatenata dalla Russia ed è un crimine contro l’ambiente e contro la scienza. L’AIEA sembra riluttante a spiegare l’entità dei rischi da radiazioni a Cernobyl e l’impatto dell’occupazione russa”.

La ricerca è stata condotta con l’approvazione del governo ucraino e in collaborazione con gli scienziati dell’Agenzia di Stato ucraina per la gestione della Zona di esclusione (SAUEZM) di Cernobyl, ancora oggi altamente contaminata. 

Greenpeace Germania oggi ha reso noti i risultati della sua indagine in una conferenza stampa a Kiev, alla quale hanno partecipato anche Yevhen Kramarenko, capo del SAUEZM e il suo vice, Maksym Shevchuk, oltre a Serhiy Kireev, direttore generale dell’impresa statale specializzata EcoCenter di Cernobyl.

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