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Incidente a Roma: arrestato Pietro Genovese, con lui in macchina due amici

Pietro Genovese, figlio del regista Paolo («Perfetti sconosciuti»; «The Place») è agli arresti domiciliari nella sua casa. È accusato di omicidio stradale nei confronti delle due sedicenni Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli. I risultati dell’alcol test — positivo: 1,4 grammi al litro rilevati assieme alla presenza di sostanze stupefacenti — e la velocità alla quale viaggiava, superiore ai 50 chilometri orari prescritti dal codice, hanno pesato in modo decisivo. Con lui, a bordo della Renault Koleos che viaggiava lungo il viadotto di Corso Francia c’erano due amici, due ragazzi in grado di testimoniare, nei dettagli, gli avvenimenti della notte del 21 dicembre. La corsa, il buio, l’impatto con le due vittime, poi ancora il disorientamento assieme alla consapevolezza di quanto era appena accaduto.

Secondo la gip, Genovese, assistito dall’avvocato Gianluca Tognozzi, è seriale nelle sue trasgressioni: «É solito condurre veicoli a motore dopo aver assunto sostanze alcoliche se non anche stupefacenti e non rispettare il codice della strada». Il riferimento è chiaro, perché al ventenne era stata ritirata la patente nei mesi scorsi, quando era stato fermato in possesso di hashish e solo da poco gli era stata restituita. Sottolinea, allora, la gip: «Le precedenti contestazioni e provvedimenti amministrativi non hanno avuto alcun effetto deterrente, Genovese si è messo alla guida dell’autovettura nonostante avesse assunto bevande alcoliche e nonostante in passato gli fosse già stata ritirata la patente di guida per violazioni al codice della strada». In conclusione: «Questo comportamento dimostra noncuranza se non addirittura disprezzo verso i provvedimenti e i moniti dell’autorità amministrativa e di pubblica sicurezza ed è sintomo di una personalità incline alla violazione delle regole». Altri incidenti potrebbero dunque accadere se il ventenne non fosse fermato. Nel riassumere le responsabilità di Genovese, la gip sottolinea, tuttavia, la condotta «incautamente spericolata» delle due ragazze che «in ora notturna, in zona scarsamente illuminata e con pioggia in atto, attraversando la carreggiata, scavalcando il guard rail, nel momento in cui il semaforo era fermo sulla luce rossa per i pedoni» tentavano di passare lungo il viadotto.

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