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Il dibattito in Aula

Nel dibattito, il presidente della commissione Legalità Pasquale Esposito (Partito Democratico) ha parlato di una persistente percezione di insicurezza diffusa in tutte le aree della città. È negli insediamenti suburbani, tuttavia, che il fenomeno diventa più problematico, impedendo la piena integrazione con le opportunità della città. Per questo bisogna puntare a politiche sociali e di lavoro per i cittadini in condizioni di marginalità, rilanciando tavoli di osservazione nelle Municipalità per rispondere alle diverse esigenze dei territori, e servono risorse per cogliere la grande sfida della prevenzione.

Catello Maresca (Gruppo Maresca) ha ricordato che il primo interrogativo da porsi riguarda proprio cosa può fare il Consiglio per la sicurezza urbana. L’indifferenza della criminalità organizzata rispetto allo Stato è infatti il tema sul quale riflettere, e l’obiettivo deve essere come fare in modo che la camorra si preoccupi delle strategie di aggressione elaborate dal Consiglio comunale, nell’ambito delle sue competenze, per combatterla. Bisogna contrastare il disinteresse, la noncuranza, l’incapacità di intervenire da parte delle istituzioni, la possibilità di violare le regole senza essere puniti, e agire per garantire in città quel “profumo di legalità”, che non deve essere solo appannaggio di magistratura e forze dell’ordine. E, infine, occorre essere capaci di contrastare l’interferenza della criminalità organizzata nei gangli del PNRR, dando indicazioni e offrendo la strada affinché Napoli esca definitivamente da questa storia.

Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco) ha ricordato che i cittadini napoletani respirano l’aria mefitica della camorra in diversi segmenti della loro vita quotidiana. Una costellazione di imprese, un sistema, un blocco sociale che recluta forze nel sottoproletariato urbano messo ai margini dalle politiche del lavoro degli ultimi anni. Manca oggi la cultura politica per contrastare la camorra, e il consenso elettorale si costruisce laddove mancano articolazioni dello Stato e prolifera la sfiducia dei cittadini. Bisogna, quindi, ripartire dal contrasto alle tante irregolarità che vengono segnalate dai cittadini e ottenere, da tutti, il rispetto delle regole.

Demetrio Paipais (Movimento 5 Stelle) è intervenuto sul fenomeno della microcriminalità minorile, per la quale serve un doppio approccio: ha chiesto l’istituzione della figura di un garante per l’infanzia e l’adolescenza in città, capace di raccordare i diversi attori sociali che devono intervenire nelle situazioni a rischio di devianza; poi, per i minorenni detenuti, occorre lavorare sui temi della formazione e del lavoro, essere presenti nei territori a rischio e lavorare sulla prevenzione e sul recupero del minore.

Per Nino Simeone (Napoli Libera) il Consiglio ha il dovere di discutere di questi argomenti e deve avere il coraggio di denunciare eventuali fatti criminosi di cui abbia conoscenza. Se si riesce a tenere la criminalità fuori la porta delle istituzioni, allora significa che si è riusciti a fare il proprio dovere. Bisogna poi riportare al centro del progetto politico-amministrativo le Municipalità, stare vicino alle famiglie più disagiate e assicurare la presenza delle istituzioni sul territorio.

Gennaro Acampora (Partito Democratico) ha definito non banale rimarcare che le istituzioni sono contro la camorra e dalla parte di chi denuncia. È importante,ancora, parlare di cosa accade in città e fuori, come i fatti gravi di criminalità accaduti nei comuni limitrofi. Ovviamente dopo bisogna guardare a cosa fare, a partire dalla necessità di garantire la presenza dei presidi di legalità nei territori, utilizzare i beni confiscati per creare lavoro, aprire di pomeriggio le palestre scolastiche, restituire ai territori gli spazi chiusi o occupati illegittimamente

Antonio Bassolino (Misto) ha voluto innanzitutto ringraziare i colleghi consiglieri che hanno ricordato come il Consiglio di oggi sulla camorra sia stato da lui sollecitato già da gennaio. La seduta di oggi è un’importante prosecuzione di quella di ieri, perché con la firma del Patto per Napoli e con il PNRR arriveranno a Napoli risorse importanti. La camorra, infatti, significa innanzitutto voler mettere le mani sulle risorse pubbliche. Ci sono dei fatti su cui è ancora scarsa l’attenzione pubblica e che si sono aggravati con la pandemia, come l’usura e il gioco d’azzardo, che strozzano le famiglie e dietro le quali si nascondono poteri criminali. Non va dimenticato poi che la camorra ha una struttura diffusa e negli anni si è aggregata ad altri poteri, come accadde con l’alleanza con le Brigate Rosse, e in molti territori diventa un fatto culturale, che va affrontato sotto diversi punti di vista: garantendo la scuola a tempo pieno, combattendo l’evasione scolastica, assicurando giuste politiche sociali. Per dare un segnale forte di concretezza e trasparenza dell’azione amministrativa,va infine sbloccato lo stallo che in alcune ancora impedisce la nomina degli esecutivi. Il Comune, ha concluso, deve essere il principale riferimento istituzionale della battaglia contro la camorra

Per Massimo Cilenti (Napoli Libera) è fondamentale lavorare per l’inclusione sociale. Non basta riqualificare immobili, occorre invece che il Comune crei le condizioni per l’occupazione e rimuova gli ostacoli che non consentono ai cittadini di partecipare alle attività che si promuovono. Va superata la logica assistenziale, dando un segnale di concreta partecipazione collettiva alle iniziative che vengono messe in campo per stare dalla parte della legalità. Al prossimo appuntamento della “Notte buona”, per esempio, i consiglieri dovrebbero essere presenti, ha proposto, per dare un segnale forte.

L’assessore De Iesu, nella replica successiva, ha colto molti dei suggerimenti proposti, mettendo l’accento sull’importanza della formazione al lavoro e della lotta alla dispersione scolastica.

Anche la vice sindaca Mia Filippone è intervenuta, per sottolineare l’importanza dei temi trattati oggi, con il Consiglio chiamato a discutere e a trovare delle linee condivise su cui lavorare. La legalità, come ha detto De Iesu, è una priorità per l’Amministrazione ma è difficile tradurla in azioni. Nel corso dell’iniziativa promossa in collaborazione con alcune parrocchie, la “Notte buona”, si è verificato che è proprio la fascia d’età dei giovanissimi quella che ha maggiormente bisogno di sostegno. Si tocca con mano l’assenza delle famiglie e si sta già lavorando ad iniziative di educazione alla genitorialità, ma la Giunta è aperta all’ascolto di tutte le proposte che verranno.

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