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Il decalogo a Tursi: “Giacca e cravatta in consiglio comunale”

 

Nuovo regolamento del consiglio comunale: obbligo di giacca ” e possibilmente cravatta ” per consiglieri e assessori. Si abbassa il numero dei presenti necessari per considerare legale la seduta. Si accorpano emendamenti e ordini del giorno per tagliare il dibattito. Si suona l’inno d’Italia all’inizio delle sedute. Arriva stamattina in commissione Affari istituzionali, presieduta da Paolo Putti, Chiamami Genova, la riforma del regolamento comunale proposta dalla maggioranza di centrodestra. ” Un attacco alla democrazia del Consiglio”, si prepara a dare battaglia, pancia a terra, il Pd. “Una riforma del regolamento ispirata dal sindaco Bucci, che ha manifestato più volte in consiglio insofferenza per le procedure dei lavori e taglia, però, lo svolgimento del dibattito democratico”: riflette la capogruppo Pd in consiglio Cristina Lodi.

Se all’articolo 11, comma 1, il nuovo regolamento obbliga a “consiglieri e assessori comunali di sesso maschile ” a indossare ” giacca e possibilmente cravatta alle relative sedute ” e, all’articolo 3, comma 1, istituisce ” per conferire maggior solennità a particolari sedute vien
e suonato (…) il ” Canto degli italiani” che è stato adottato ex lege come inno nazionale “, ciò che porta il Pd a suonare l’allarme ed esprimere “forte preoccupazione ” è la modifica di una serie di articoli che porterebbero il regolamento a “limitare il corretto e libero dibattito, la possibilità di discussione e il ruolo della minoranza “, dice Lodi.

“Si mette il silenziatore al dibattito “: spiega Pandolfo, indicando l’articolo 24, comma 5 bis, per cui si accorpano le votazioni, su temi su cui la giunta ha espresso il suo parere: la discussione si semplifica in un dualismo, chi è favorevole e chi è contrario. Tutto in un voto solo. “Dove va a finire il dibattito democratico tra le forze politiche? – attacca Pandolfo – la discussione spesso migliora il testo e comunque i rappresentanti di tutti i cittadini possono e devono poter esprimere la propria posizione. Qui si taglia il dibattito democratico, in nome della velocità attacca Pandolfo – viene lesa la discrezione, di ogni singolo consigliere, a votare distinguendosi. Le opposizioni vengono ridotte a una sola voce”.

Il nuovo regolamento, poi, abbassa il numero legale ( articolo 6, comma 6): introduce la possibilità, di fatto, anche per chi è assente di risultare legalmente presente. “Viene leso il ruolo del consiglio comunale, perché abbassa il numero legale, che oggi è di 21, per far valere sedute che altrimenti non sarebbero consentite e sganciare di fatto dall’obbligo del consiglio consiglieri e scrutatori ” , indica Pandolfo. Che peraltro ha presentato un emendamento per imporre invece che in commissione, siano obbligati alla presenza gli assessori: ” Spesso si audiscono sindacati, cittadini, associazioni, ma nessun membro della giunta è presente “.

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