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Il Castello delle Cerimonie: Confiscato e Passato al Comune

Una Sentenza Esecutiva

Il Castello delle Cerimonie, conosciuto anche come La Sonrisa, sito nella cittadina di Sant’Antonio Abate, è stato al centro di una vicenda legale che ha portato alla sua confisca da parte dello Stato. Questa grande struttura ricettiva, celebre per essere stata il set del programma televisivo di Real Time, ora passerà sotto il controllo del Comune.

Il Contesto della Confisca

La sentenza della Corte di Cassazione, emessa il 15 febbraio e resa esecutiva recentemente, ha sancito la confisca del Castello delle Cerimonie. Questa struttura, situata a Sant’Antonio Abate, è stata protagonista di numerosi eventi celebrativi, mostrati al grande pubblico attraverso il programma televisivo omonimo. Tuttavia, dietro i fasti delle cerimonie si celava una storia di abusi edilizi che risalivano a oltre 40 anni fa.

La Storia di un Impegno Legale

La vicenda giudiziaria ha avuto inizio nel 2011, quando le indagini hanno rivelato una serie di abusi edilizi perpetuati fin dal 1979 su un’ampia area di circa 40.000 metri quadrati di terreno. La confisca coinvolge non solo la struttura stessa, ma anche i terreni su cui essa sorge, che diventeranno parte del patrimonio immobiliare del Comune di Sant’Antonio Abate.

Implicazioni e Sentenze

La sentenza del 2016 ha visto condanne per Agostino Polese, fratello del defunto Tobia Antonio Polese, noto come il “Boss delle Cerimonie”, e per sua moglie Rita Greco, entrambi deceduti in anni successivi. La gestione del Castello era passata alla figlia Imma Polese e a suo marito Matteo Giordano. Tuttavia, la Corte Suprema ha anche dichiarato la prescrizione dei reati contestati agli indagati.

Il Futuro del Castello

Con la confisca del Castello delle Cerimonie, si aprono nuove prospettive per la sua gestione. Ora sarà il Comune di Sant’Antonio Abate a decidere le modalità di utilizzo di questa importante struttura nel panorama locale.

Conclusioni

La confisca del Castello delle Cerimonie segna la fine di un capitolo controverso nella sua storia. Ora, con la gestione affidata al Comune, si spera in un nuovo inizio per questo simbolo della celebrazione e dell’eccellenza nel territorio di Sant’Antonio Abate.

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