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I prezzi dell’olio vegetale salgono con la complicità dell’Europa che continua a utilizzare i biocarburanti da colture alimentari: ogni giorno bruciamo nei motori diesel 19 milioni di bottiglie olio di girasole e di colza e 14 milioni di bottiglie di olio di palma e di soia.

I prezzi dell’olio vegetale salgono con la complicità dell’Europa che continua a utilizzare i biocarburanti da colture alimentari: ogni giorno bruciamo nei motori diesel 19 milioni di bottiglie olio di girasole e di colza e 14 milioni di bottiglie di olio di palma e di soia.

Oggi 27 giugno, i leader del G7 discuteranno in Germania di sicurezza alimentare globale, in relazione anche al blocco dei cereali ucraini a causa dell’invasione russa. Ma c’è un’altra grave minaccia, un’altra causa di speculazione al rialzo per le commodity alimentari: i biocarburanti e i biocombustibili alimentari usati al posto del petrolio, del gasolio o della benzina. In Germania si confronteranno i paesi europei – parte dei quali proporranno restrizioni sui biocarburanti in competizione con le produzioni alimentari – e gli Stati Uniti, che spingeranno con forza per aumentarne la produzione. Tanto è vero che l’impennata dei prezzi agroalimentari era iniziata nella seconda metà del 2020, prima della guerra in Ucraina.

Anche l’Europa ha le sue gravi responsabilità: secondo un nuovo studio di Transport & Environment l’Europa brucia ogni giorno nei serbatoi di auto e camion oltre 17.000 tonnellate di olio di colza e di girasole, l’equivalente di 19 milioni di bottiglie. Ciò ha contribuito all’aumento vertiginoso dei prezzi dei generi alimentari, ulteriormente esasperato dall’invasione russa dell’Ucraina, portando anche allo svuotamento degli scaffali dei supermercati. Ecco perché tutte le associazioni ambientaliste europee associate al network di Transport&Environment hanno invitato i governi a dare la priorità al cibo rispetto al carburante e a porre fine immediatamente all’uso dei biocarburanti in competizione con le produzioni alimentari. Consapevoli di tale competizione, Regno Unito e Germania hanno annunciato di voler abbandonare la produzione di biocarburanti da colture alimentari e foraggere, a cui anche l’Italia dovrebbe allinearsi.

“Anche in Italia usiamo circa un milione di tonnellate di olio di palma – ricorda quasi due volte di più dei combustibili fossili. Il loro utilizzo è del tutto ingiustificato: oltre a contribuire ad esasperare una crisi alimentare, sono dannosi per il clima e più costosi per i consumatori. I miliardi sprecati per i biocarburanti dovrebbero essere investiti in energie veramente rinnovabili.”

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