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Green pass solo per vaccinati e guariti e divieti per i no vax in zona gialla

 

 

Nel nuovo provvedimento sarà ridotta la validità del green pass. Probabile un anticipo dei richiami a 5 mesi. Allo studio limitazioni alla vita sociale per i non vaccinati in caso di passaggio delle Regioni alla fascia gialla o arancione

I divieti per i no vax potranno essere applicati, in caso di peggioramento dei dati epidemiologici, se e quando alcune regioni entreranno nelle zone di rischio gialle e arancioni e scatteranno le restrizioni. Ma le limitazioni che il governo sta studiando riguarderanno soltanto la vita sociale. Per ora l’intenzione è lasciare fuori dal nuovo provvedimento il mondo del lavoro.

È lo schema su cui lavora il governo in vista del decreto che sarà approvato la prossima settimana e che punta a varare una sorta di doppio green pass, per scongiurare chiusure delle attività produttive in vista del Natale. I dettagli saranno discussi lunedì a Palazzo Chigi con le Regioni, giovedì sarà convocata la cabina di regia e poi si terrà il Consiglio dei ministri per il via libera. Salvini darà battaglia, ma i governatori leghisti sono schierati per la linea dura.

Il certificato verde solo per vaccinati e guariti — escludendo quindi il tampone — non è l’unico strumento che il governo intende utilizzare per fermare la quarta ondata di Covid-19. Appena l’Ema darà il via libera, la terza dose si potrà fare dopo cinque mesi. Per provare a convincere anche i più restii Palazzo Chigi ha messo a punto una campagna di comunicazione con volti noti, da Alberto Angela, a Giacomo Poretti.

Sul tavolo resta anche l’ipotesi di imporre l’obbligo vaccinale per tutti. Mario Draghi non ha cambiato idea sulla necessità di valutare anche l’estrema ratio, se dovesse servire. Ma per fortuna i dati italiani non sono allarmanti come quelli dell’Austria e, per quanto il ministro Speranza sia pronto a stringere il più possibile per evitare lockdown, Draghi è molto cauto, anche per i nodi giuridici da sciogliere. L’ipotesi che si trovi l’accordo per l’obbligo generalizzato appare remota.

Una mediazione possibile riguarda i lavoratori della scuola — insegnanti e personale Ata — e le forze dell’ordine, due categorie alle quali il governo potrebbe imporre l’obbligo di terza dose. Il decreto obbligherà personale sanitario e lavoratori delle Rsa a effettuare la terza dose alla scadenza dei sei mesi dall’ultima inoculazione. La copertura del vaccino dopo sei mesi dalla seconda dose «comincia a scemare», come hanno osservato gli esperti dell’Istituto superiore di sanità.

È molto probabile che si decida di accelerare la dose booster, facendo partire i richiami a 5 mesi dalla seconda puntura . E se tanti italiani hanno paura, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, esclude «effetti negativi».

Nel decreto sarà ridotta la validità del green pass , che passerà da un anno a 9 mesi. C’è chi vorrebbe portarlo addirittura a 6 mesi, ma si attende il parere del Cts. La norma che si vuole inserire nel decreto impedisce a chi non è vaccinato di andare al ristorante, al cinema, a teatro, negli stadi, in discoteca, o in palestra. La lista completa sarà stilata durante il confronto con i governatori, tenendo conto che alcuni vorrebbero impedire a chi non è vaccinato anche di poter accedere agli impianti sciistici.

L’obiettivo è evidente: lasciare le Regioni in bianco per tenere aperte le attività commerciali e i luoghi della socialità durante le festività natalizie. Per adesso, a parte i sanitari, il governo non sembra intenzionato a imporre limitazioni ai lavoratori. Chi non è vaccinato o non è guarito dal Covid, dovrà continuare a seguire le attuali regole e dunque per entrare in ufficio, in azienda o negli altri luoghi di lavoro, dovrà presentare un tampone antigenico o molecolare negativo.

La validità dei tamponi è uno dei temi che più interrogano Draghi e i ministri. Chi spinge per il rigore spera che il premier decida di togliere sia l’antigenico che il molecolare dalle modalità per ottenere il green pass. Ma c’è anche chi chiede di conservare i tamponi limitandone la durata: 48 ore per il molecolare e 24 per il rapido.

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