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Giorno memoria: ad Auschwitz cerimonia con sopravvissuti

 

Il Giorno della memoria viene celebrato anche all’ex campo di sterminio di Auschwitz, la cui liberazione da parte delle truppe sovietiche il 27 gennaio del 1945 è stata scelta come data per ricordare la Shoah.

A causa della pandemia – informa il sito del memoriale – solo un piccolo gruppo di ospiti, in maggioranza sopravvissuti alla sterminio, prenderà parte alla commemorazione presso il campo.

L’intero evento sarà disponibile online su www.auschwitz.org, 77.auschwitz.org, il canale YouTube del Memorial, Facebook e Twitter.
Nel giorno dell’anniversario sarà inoltre possibile – con prenotazione – entrare nel Memoriale e commemorare individualmente le vittime.
Il tema principale del 77° anniversario è l’inizio dello sterminio nel campo nazista tedesco di Auschwitz, avvenuto nella primavera del 1942.
“Se la Shoah, in relazione a tutti gli altri genocidi, si è distinta soprattutto per il suo carattere profondamente programmatico, logistico, quasi industriale, allora ad Auschwitz ha raggiunto il suo culmine”, ha affermato il direttore del memoriale di Auschwitz, Piotr Cywiński.
L’anno 1942 – ricorda il sito – fu cruciale per plasmare la funzione del campo di Auschwitz come centro di sterminio. Nella primavera di quell’anno, i tedeschi iniziarono le deportazioni di massa di ebrei ad Auschwitz, i medici delle SS iniziarono a effettuare selezioni tra gli ebrei deportati sulla rampa di discesa dai vagoni e le autorità del campo decisero di allestire due camere a gas improvvisate nelle vicinanze di Auschwitz Campo II-Birkenau. Dopo una visita ad Auschwitz del capo delle SS Heinrich Himmler nel luglio 1942, iniziò la costruzione di quattro crematori industriali e delle camere a gas.
Fino alla liberazione del campo da parte dei soldati dell’Armata Rossa, i nazisti tedeschi uccisero circa 1,1 milioni di persone ad Auschwitz, per lo più ebrei, ma anche polacchi, rom, prigionieri di guerra sovietici e persone di altre nazionalità. Alla cerimonia non sono stati previsti discorsi da parte di politici, solo un minuto del silenzio dopo le testimonianze dei sopravvissuti e poi la preghiera ecumenica. Questo pomeriggio ci saranno in presenza solo pochi ex prigionieri del lager, e prenderanno anche la parola Halina Birenbaum (da Israele) e Bogdan Bartnikowski (da Varsavia), mentre Elisabeth Silberstein Bence, Judith Spielberg Mittelman e Edith Freidman Grosman in un messaggio registrato ricorderanno il primo trasporto degli ebrei ad Auschwitz (di 999 donne dalla Slovacchia) che giunse ad Auschwitz il 26 marzo 1942. “Il mondo non ha tratto lezioni dalla seconda guerra mondiale, vediamo che cosa succede intorno all’Ucraina, siamo anche preoccupati per l’aumento degli atteggiamenti antisemiti e razzisti” ha scritto il direttore del Museo Piotr Cywinski in occasione dell’anniversario.
Oggi è “un giorno di vergogna” per quello che la Germania ha fatto in passato. Lo ha detto la presidente del Bundestag tedesco, Baerbel Bas, nel celebrare il giorno della Memoria in Parlamento. “Non c’è spazio per antisemitismo, xenofobia, nella nostra società, né nel presente né ce ne sarà per il futuro”, ha affermato in uno dei passaggi del discorso.

“Questo cancro si è risvegliato”. Lo ha detto Inge Auerbacher, sopravvissuta all’Olocausto, intervenendo alla commemorazione del Bundestag tedesco per il giorno della Memoria. L’antisemitismo “fa parte della quotidianità in tanti paesi, anche in Germania”. “Questa malattia deve essere curata il prima possibile”, ha incalzato.

La sopravvissuta alla Shoah Margot Friedlaender sarà oggi ospite del Parlamento europeo in una speciale riunione plenaria per la Giornata internazionale della Memoria dell’Olocausto. La cerimonia si aprirà alle 12.30 con un intervento della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Margot Friedlaender, 100 anni compiuti nel novembre scorso e sopravvissuta all’Olocausto, porterà agli eurodeputati la sua testimonianza. Nel 1943, sua madre e suo fratello furono deportati ad Auschwitz, dove furono entrambi assassinati. All’età di 21 anni si nascose, ma fu rintracciata nel 1944 e deportata nel campo di concentramento di Theresienstadt. Fu l’unica della sua famiglia a sopravvivere. Insieme a suo marito Adolph Friedlaender, che aveva conosciuto a Berlino e che incontrò di nuovo a Theresiensadt, Margot si trasferì negli Stati Uniti nel 1946. È tornata a Berlino nel 2010. Oggi viaggia ancora in Germania, per raccontare la sua storia e la sua esperienza di vita, soprattutto nelle scuole. “Mi ascoltano intensamente”, ha dichiarato in un’intervista. “Ho ricevuto forse un migliaio di lettere. Io dico loro: quello che è successo non può essere cambiato, ma questo è per voi. Questa è diventata la mia missione”

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