ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Fratelli d’Italia: “Che fine ha fatto il piano sosta?”

Il piano sosta ha Latina ha dovuto aspettare due gare per essere aggiudicato, ma la soluzione non convince FdI.

In teoria, si sono già tenute ben due gare per attribuire la concessione del servizio di gestione delle soste a Latina. Tuttavia, ancora non è successo nulla.

Giuseppe Di Cocco, portavoce comunale di Latina per Fratelli d’Italia, ha dichiarato che: “Concordiamo e ci mancherebbe altro, sull’essere rigorosi nel controllare la qualità del servizio e la tutela dei lavoratori che devono essere messi sempre in primo piano, ma la gestione di questo iter ci trova dubbiosi e visto che ancora non è stata affidata la gara, forse i dubbi non li abbiamo

solo noi.” Cosa sta succedendo quindi a Latina? Analizziamo dall’inizio.

 

Le concessioni passate

La concessione in passato è stata alla ditta A.T.R.A.L s.c.r.l del gruppo Cotral. Attualmente, si trova in mano all’ATI, composta a sua volta da SCT Sistemi Controllo Traffico srl ed Engie Servizi S.p.A.. sorge a questo puntata una domanda spontanea. Come è possibile che la terza classificata per punteggio tecnico abbia comunque vinto la gara d’appalto? Semplice, grazie al progetto sull’offerta economica. Rispetto alle concorrenti offriva infatti una percentuale pari al 45,950%, su un incasso stimato nel triennio di concessione di 7.500.000,00 (2.500.000,00 annuo) al netto dell’IVA ed oneri di legge, come riportato nel Disciplinare e nel Capitolato Speciale all’Articolo 4 L’aggiudicataria avrà un aggio di 3.446.250,00. Inoltre, da questo importo sarà necessario detrarre le spese previste dagli atti di gara. In altre parole, l’utilizzo delle attrezzature di proprietà dell’Ente. In altre parole: parcometri e struttura multipiano presso la stazione ferroviaria di LT scalo, di 100.377,00 per un totale nel triennio di 301.131,00; costi di gestione che nel triennio sono pari a 3.245.277,00, di cui solo i costi del personale ammontano a 1.946.544,00. In questo caos non si stanno considerando le tasse a carico del Comune a titolo di Tosap e Tari sulle aree di sosta in questione. Di Cocco sposta l’attenzione proprio su queste ultime: “Senza contare le tasse spettanti al Comune a titolo di Tosap e Tari sulle aree di sosta, come tra l’altro riportato nello stesso capitolato di gara. Appare ovvio, facendo un semplice calcolo matematico che la potenziale aggiudicataria non sarà mai in grado di sostenere i costi previsti. Ci domandiamo quindi, come  può un’azienda privata che deve fare business, trarre degli utili da una gestione similare?”

L’azienda non può sostenere i costi

Sommando tutte queste cifre astronomiche, appare dunque chiaro che la ditta vincitrice del bando non è in grado di provvedere adeguatamente. A questo punto sembra legittima la domanda che si è posta Fratelli d’Italia, come è possibile che un’azienda privata abbia deciso di sobbarcarsi questo lavoro, nonostante non le apporti alcuni benefici? Marco Marini commenta dicendo: “La storia racconta, e le rassicurazioni poco contano se non quelle scritte, che o si tagliano i servizi, o si tagliano i contratti dei lavoratori! Pertanto concretamente come verranno tutelati i lavoratori e i loro stipendi?”.

Domanda molto interessante, ma attualmente ancora senza una risposta. Inoltre, se davvero la situazione dovesse essere questa, ci sarebbero tutte la basi per un danno all’erario.

La seconda gara per sosta

Non c’è stata una sola gara, ma ben due. Nel disciplinare rettificato viene dichiarato dall’Ente che: “Per le aree dove sussistono gli stalli di sosta a pagamento (strisce blu), l’importo escluso dal campo di applicazione dell’IVA essendo la gestione attuata nell’ambito di un regime giuridico implicante da parte dell’Amministrazione l’uso di poteri a carattere autoritativo, richiamando la Risoluzione n. 36/E 12/03/2004 Agenzia delle Entrate.” Molto bene, ma cosa significa? Tradotto per chi non mastica il burocratese vuol dire che, nel momento in cui viene applicata l’esenzione dell’IVA, riceve un vantaggio solo il privato e non l’ente. Questo principio si trova anche in una serie di FAQ che fanno riferimento ad un’altra risoluzione ancora, la n.134/E del 15/11/2004 e precedenti. In questi casi, l’Agenzia delle Entrate ha considerato il servizio non soggetto ad IVA per gli entri pubblici e non per i proventi derivati dalla gestione di parcheggi.

Cosa significa tutto questo?

Marini e Di Cocco spiegano che: “Se confermato, applicando l’esenzione dell’imposta IVA al corrispettivo del concessionario, questo avvantaggerà solo il privato e non l’ente. Visto però che il concessionario è un soggetto giuridicamente distinto dal Comune, che svolge attività imprenditoriale, ricorrendo sia il presupposto soggettivo sia quello oggettivo per l’applicazione del tributo e quindi il concessionario futuro, dovrebbe assoggettare ad Iva i proventi derivanti dalla gestione dei parcheggi. Pertanto, ci domandiamo se, anche questo sia un errore, oppure ci troviamo di fronte ad una mancanza?”.

Sviluppi futuri

In realtà non si sa quali saranno gli sviluppi futuri di questo appalto per gli stalli a pagamento, alias strisce blu. Nel caso in cui si effettuassero dei controlli ulteriori, forse il bando verrebbe affidato alla prima ditta per capacità tecniche, anche se assumerla avrebbe comportato una spesa ulteriore. Se non ci saranno ulteriori controlli e si potrebbe ipotizzare qualche strano coinvolgimento di qualche ufficiale pubblico con chi lavora all’interno della ditta vincitrice. Non si spiega, infatti, perché una ditta privata che non guadagnerebbe nulla vorrebbe aggiudicarsi un appalto. La pista dei secondi fini resta dunque la più attendibile, anche se, per ora, non ci sono prove certa, ma solo ipotesi. Se non dovesse cambiare la ditta vincitrice, i lavoratori continueranno a temere dei possibili tagli allo stipendio. Cosa assolutamente ingiusta nei loro confronti, dal momento che si sarebbe potuta adottare un’altra soluzione, vantaggiosa anche per loro. In apparenza si potrebbe dire che il Comune abbia preferito l’efficienza economica a quella tecnica. Tuttavia, sembrerebbe una soluzione un po’ troppo semplicistica per soddisfare i lavoratori che hanno bisogno dello stipendio per mantenere le loro famiglie.

 

A cura di B.P.

 

Facebook