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Forteto: c’è un tentativo di restaurazione

C’è un tentativo di restaurazione della cooperativa Forteto di Fiesoli, ora sotto processo per violenza e abusi.

“La vicenda Forteto non era e non è riducibile solo a Rodolfo Fiesoli, e non è, ancora oggi, da considerarsi chiusa. Serve agire in modo coerente per realizzare quella discontinuità nella gestione della Cooperativa Il Forteto. Essa, infatti, ancora subisce l’influenza dell’Associazione. Non solo, anche dei Condannati Solo civilmente per prescrizione penale.”

Questa è stata la dichiarazione di Petra Filistrucchi e Patrizia Bucarelli. Sono le coordinatrici del progetto Oltre.

“Oggi purtroppo i riflettori si riaccendono sulla vicenda perché Fiesoli, unico fra i 23 imputati, era in stato di detenzione ed è stato scarcerato. Ma la vicenda Forteto è molto più ampia e complessa. Il sistema Forteto non è stato disattivato dalle condanne, ma la comunità ancora esiste, è viva e continua a esercitare la propria influenza sulla cooperativa di cui ha il controllo. La vicenda ancora è lontana dall’essere chiusa”.

In base a quanto rilevato da Oltre: “ancora oggi si assiste a nuove e ripetute traumatizzazioni per i sopravvissuti che ancora lavorano all’interno della Cooperativa Il Forteto”.

“C’è un tentativo di restaurazione del vecchio e la sensazione che non si voglia interrompere il rapporto con l’associazione, che si consideri la cooperativa di proprietà dei condannati e condannati prescritti. Questi ultimi tuttora soci lavoratori. Ci si scontra con il permanere di dinamiche di chiusura potenti. Non solo, anche di condizionamento e di intralcio all’autonomia dei singoli. Tutto dove il sistema dei servizi e il gruppo di lavoro del progetto fatica a opporsi in assenza di reali cambiamenti del contesto”.

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