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Enti locali: Regione, legge 21 norma di sistema e non verrà modificata

Palmanova, 28 mag – La Regione non ha intenzione a breve di
apportare modifiche alla norma di sistema che ha riformato nel
2021 le Autonomie locali, anche se interventi puntuali per
assecondare alcune mutate esigenze ci saranno di certo, per prima
quella riguardante i segretari comunali.
Lo ha assicurato l’assessore regionale alle Autonomie locali nel
corso del suo intervento al convegno sulla riforma delle
Autonomie, organizzato nel corso dell’assemblea dell’Associazione
che accomuna i sindaci emeriti, svoltosi all’auditorium San Marco
di Palmanova.
L’assessore ha definito il convegno un’occasione di confronto
unica per ascoltare le testimonianze dei rappresentanti delle
Comunità consolidate in Friuli Venezia Giulia, istituite in base
alla legge regionale 21/2019 di riforma delle Autonomie locali.
Alla tavola rotonda moderata dal giornalista Mattia Pertoldi
hanno partecipato, oltre al presidente dell’Anci Fvg, i
presidenti delle dieci Comunità confrontandosi sulle funzionalità
delle aggregazioni di Comuni.
In particolare sono stati trattati i benefici che queste hanno
portato nell’erogazione dei servizi affidati agli Enti
sovracomunali che si distinguono in cinque Comunità di montagna e
altre cinque con denominazioni proprie, fra le quali la Comunità
collinare.
Un unanime ringraziamento all’attuale Amministrazione regionale è
stato esteso dalla maggioranza dei rappresentanti delle Comunità
per aver creato uno strumento che dopo la riforma delle Uti
invitasse a collaborare i Comuni senza coercizioni, senza la
spada di Damocle di doverlo fare pena la decurtazione di risorse.
A tal riguardo l’assessore ha individuato nel tema delle funzioni
da condividere per coercizione, prevista dalla precedente
riforma, una fortissima criticità risolta dall’attuale
Amministrazione: la conferma è giunta dalle esperienze
testimoniate al convegno, tutte estremamente variegate: se in
alcune Comunità, ad esempio, il servizio di Polizia locale è
stato condiviso subito con efficacia, in altre, pur con
pluriennale esperienza di condivisione in molte funzioni, questa
resta un nodo irrisolto.
Sollecitato sugli enti intermedi, l’assessore ha poi confermato
l’obiettivo di volere riattivare le ex Province – tanto più che
per le Regioni ordinarie, è stato osservato, il Governo sta
facendo il percorso inverso alla riforma del Friuli Venezia
Giulia che le aveva abolite, rafforzandole – un livello di
governo che la Regione ritiene fondamentale.
Sull’iter per costituire enti di livello intermedio l’esponente
della Giunta ha dato priorità a quello che prevede una norma di
attuazione che vada a incidere sullo Statuto di specialità;
questo iter è considerato più veloce e soprattutto in grado di
garantire una legge di rango superiore. Cio al fine di superare
una sentenza della Corte costituzionale su una norma della
Regione Siciliana.
L’assessore ha rivelato che ci sono buone possibilità da qui a
fine legislatura per avviare la discussione in Commissione
paritetica per centrare il prossimo anno l’obiettivo. Non ci
fosse questa possibilità, la Regione ha comunque intenzione di
percorrere un iter che dia maggiore rappresentatività
all’espressione di volontà popolare.
ARC/EP/ma

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