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E-commerce e servizi: la maggiore età richiesta

L’accesso a Internet da parte dei minori è sempre più agevole, anche a causa dell’avvento dei dispositivi mobile e della loro diffusione tra le nuove generazioni. Questo fenomeno impone attenzione da parte dei genitori, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di alcuni servizi telematici che richiedono la maggiore età per poter essere usati, a piena tutela dei giovanissimi.

Molte attività e molti servizi sono infatti limitati ai maggiorenni, a partire da alcuni settori del commercio elettronico.

In realtà i dati ISTAT fanno sapere che il 40 per cento dei minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni ha effettuato almeno un acquisto online, inclusi i cosiddetti “acquisti in app”, ovvero quelli veicolati dalle applicazioni, ad esempio di gioco o dei social, e dunque meno controllabili da parte dei genitori. Va specificato a tale proposito che, dietro consenso dei genitori, ai minorenni possono essere intestate delle carte prepagate, ma non carte di credito e conti bancari.

Grazie al Codice di Condotta “CASP 4.0” dell’AGCOM, tuttavia, i genitori possono tracciare gli acquisti e/o le adesioni a servizi indesiderati ed esercitare il diritto di recesso.

In ogni caso la legge impone che i minori di 18 anni non possano concludere dei contratti validi, ma solo fornire, al raggiungimento dei 14 anni di età, il consenso al trattamento dei propri dati personali.

Questo, anche nel caso in cui vogliano falsificare la propria età, li rende comunque rintracciabili e permette una tutela a posteriori dei genitori e/o dei tutori rispetto al loro comportamento in Rete.

A ciò va aggiunto che alcuni tipi di servizio online, specialmente nel caso dell’entertainment, bloccano alla fonte il minorenne, in quanto la maggiore età è requisito richiesto dalla legge per l’accesso: è il caso dei casinò legali a distanza, che offrono attività a pagamento spesso confondibili con quelle gratuite presenti in altri ambiti del web, come le slot online con soldi veri, distinte appunto da quelle gratis di alcune app di gioco.

Nel caso delle piattaforme on-demand con contenuti audio e video, come Netflix, Infinity, Amazon, l’accesso dei minori è consentito – ma non la sottoscrizione del contratto – anche per motivi che non rendono controllabile la condivisione dei dispositivi di trasmissione in famiglia.

I genitori hanno tuttavia a disposizione degli strumenti per limitare l’accesso ad alcuni contenuti ritenuti inappropriati, come ad esempio il Filtro Famiglia di Netflix e il Parental Control di Mediaset, attivabili peraltro anche alla fonte direttamente dalle migliori smart TV in commercio.

Nel caso dei social, la situazione varia da caso a caso.

Anche se dagli 8 anni in poi i minori possono avere delle sim card e delle linee intestate, sempre con approvazione di un genitore o di un tutore, solo a partire dai 14 anni compiuti è possibile iscriversi alle app, ad eccezione di Whatsapp, che ha una soglia minima di ingresso e utilizzo di 16 anni.

Nel caso di social che includano la possibilità di realizzare e condividere del video, la situazione varia da piattaforma a piattaforma.

Nel caso di Youtube il servizio è aperto a coloro che abbiano compiuto i 13 anni, mentre YouTube Kids è accessibile anche ai più piccoli, con contenuti idonei alla loro fascia di età.

Quanto invece a Tik Tok, i minori di 18 anni avranno la possibilità di avere solo account limitati in modo predefinito come “privati” alla fonte, e lo stesso vale per Instagram, che abbassa però tale soglia ai 16 anni di età.

Quanto a Google, è possibile aprire un account a un bambino che abbia età inferiore ai 13 anni, ma la gestione può avvenire soltanto attraverso un apposito strumento chiamato “Family Link”, consentendo comunque al minorenne le ricerche e l’utilizzo di Gmail, utili anche ai fini dell’istruzione e della cultura personale, sempre e comunque dietro apposita supervisione.

La situazione normativa appare dunque variegata, e alle tutele di legge si uniscono quelle poste in essere dalle singole piattaforme e dai singoli operatori, anche se è prima di tutto compito dei genitori e/o dei tutori effettuare dei primi controlli, a salvaguardia della sicurezza del minore a garanzia di una navigazione produttiva, costruttiva e serena.

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