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Cultura: Regione, importante tributo a memoria di Irneri al Rossetti

Trieste, 2 giu – Oggi è stato tributato un importante omaggio
ad un uomo che ha segnato lo sviluppo di Trieste sia a livello
culturale che assicurativo: Ugo Irneri ha portato la città ad
altissimi livelli nel mondo grazie al marchio del Lloyd Adriatico
e alla sua particolare sensibilità per l’arte che ha reso grande
il “Rossetti”, un teatro molto amato da artisti e pubblico.
E’ quanto a sottolineato l’assessore regionale alle Autonomie
locali in rappresentanza della Regione nel corso di una cerimonia
che si è tenuta oggi al Politeama Rossetti, nella quale è stato
scoperto un ritratto scultoreo dedicato alla memoria di Ugo
Irneri che restituì alla città di Trieste il suo teatro dopo
molti anni di abbandono. Il busto è stato realizzato dallo
scultore Davide Di Donata da un originale del maestro
Nino Spagnoli.
Nel foyer “Vittorio Gassman” erano presenti autorità, amici e
famigliari, oltre ai vertici del Teatro Stabile del Friuli
Venezia Giulia, a ricordare anche il senso di responsabilità e la
generosità che Ugo Irneri ha sempre mostrato verso la
collettività.
Alla cerimonia, voluta in questo giorno in cui ricorre il
centenario dalla nascita del figlio Giorgio, che viveva in
simbiosi col papà, un abbraccio va ai familiari presenti, perchè
– è stato il pensiero dell’esponente della Giunta regionale –
portano avanti i valori e le tradizioni di Irneri,
importantissimi a livello umano e per la comunità tutta.
Costruito nel 1878 su progetto dell’architetto genovese Nicolò
Bruno, il Politeama fonde canoni ingegneristici moderni a forme
architettoniche eleganti che rispondono all’Eclettismo. Il teatro
si impose nella vita culturale della città, forte della sua
notevolissima capienza (5.000 posti
nell’Ottocento, poi ridotti circa a 1500 fra platea, palchi e due
ordini di gallerie), del vasto palcoscenico e della bella sala
con la possibilità di aprire il golfo mistico.
Ospitò dalle stagioni liriche alle operette, dalle serate
futuriste agli spettacoli di rivista, dalla
programmazione cinematografica alla prosa e – come suggerisce il
nome “politeama” – generi anche molto diversi e curiosi, compresi
la boxe, il circo, gli spettacoli equestri e grandi balli
cittadini. Vi si esibirono personalità di assoluto rilievo: da
Franz Lehar (che vi diresse nel 1927) a Maria Callas, da
Sara Bernhardt a Josephine Backer.
Il Politeama fu sottoposto ad un primo restauro dopo i primi
cinquant’anni di attività – curato dall’architetto triestino
Umberto Nordio – che rese l’edificio più funzionale e più
accogliente negli interni (risale ad allora la decorazione del
foyer con i quattro rilievi del Mascherini), e proseguì la sua
fitta attività fino al 1956, quando fu chiuso per dodici anni.
Un periodo di abbandono che pesò molto sull’edificio, alla fine
degli anni Sessanta in totale degrado e addirittura a rischio di
crollo nell’area del palcoscenico e delle coperture. Fu allora
che l’intervento di Irneri si rivelò essenziale per restituire
alla collettività la struttura.
ARC/Com/ep

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