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Cultura: Gibelli, Festival musica cortese fa conoscere vero Medioevo

Udine, 4 lug – “La musica è uno strumento importante per far
conoscere alle persone qual era la vita nei nostri territori
mille anni fa. Un’epoca ingiustamente etichettata come ‘buia e
sanguinaria’, ma che in realtà ha portato a tante innovazioni,
come ad esempio gli statuti comunali che, se paragonati a buona
parte dei testi di legge contemporanei generatori di burocrazia,
appaiono essere dei provvedimenti efficaci e snelli di gestione
delle comunità”.
Lo ha detto oggi a Udine l’assessore regionale alla Cultura,
Tiziana Gibelli, in occasione della presentazione del Festival
internazionale di musica antica nei centri storici del Friuli
Venezia Giulia che si terrà dal 9 luglio al 29 settembre.
L’evento, titolato ‘La porta dei sogni. Musica cortese’, è stato
definito dagli organizzatori come l’unico festival di musica
medioevale rimasto in Italia.
“Leggendo il programma – ha spiegato l’esponente della Giunta
regionale – ho visto con soddisfazione che proprio la parte
progettuale relativa agli statuti comunali viene realizzata con
il coinvolgimento dei giovani, segno che il Medioevo suscita un
interesse tra le nuove generazioni capace di uscire da un cliché
culturalmente poco attrattivo in quanto, sul piano cronologico,
schiacciato dalla forza impetuosa del Rinascimento”.
Gibelli ha poi sottolineato come la sopravvivenza del Festival
dopo le restrizioni dovute alla pandemia sia in buona parte
dovuta, oltre che agli aiuti economici regionali – che in altre
parti d’Italia sono stati meno presenti -, anche alla capacità
degli operatori di aver gestito i bilanci delle associazioni con
grande serietà, consentendo in questo modo ai sodalizi di
superare il periodo di inattività.
Tornando al valore della cultura di quell’epoca, l’assessore ha
ricordato il saggio di Johan Huizinga ‘Autunno del Medioevo’, il
cui merito è quello di rappresentare la storia poetica legata a
quel periodo, riscoprendo opere d’arte, letteratura,
organizzazione civica e personaggi “forse non troppo approfonditi
da una didattica scolastica che sullo studio di quest’epoca – ha
concluso – è stata spesso negativamente influenzata da un
ingeneroso pregiudizio”.
ARC/GG/ma

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