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Covid: Usa, oltre 152mila casi e 3.900 morti in 24 ore

 

Gli Stati Uniti hanno registrato ieri 152.478 nuovi casi di coronavirus e ulteriori 3.943 decessi provocati dalla malattia: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University, riporta la Cnn.
I nuovi dati portano il bilancio complessivo dei contagi nel Paese a quota 25.598.061 e quello dei morti a quota 429.195.

Finora sono state distribuite negli Usa almeno 47.230.950 dosi di vaccini e almeno 24.652.634 dosi sono state somministrate.

Il Brasile ha registrato 1.283 morti di Covid-19 e 63.520 contagi nelle ultime 24 ore, secondo dati del ministero della Salute. Le vittime dall’inizio della pandemia sono salite a 220.312 ed i contagi a 8.996.876. Le persone già vaccinate sono 1.254.992.

Il Sudafrica ha approvato per l’uso di emergenza il vaccino anti Covid della AstraZeneca e continuerà ad esaminare le domande di Pfizer e Johnson & Johnson per l’eventuale approvazione dei rispettivi vaccini: lo ha reso noto l’autorità nazionale di regolamentazione dei prodotti sanitari (SAHPRA), secondo quanto riporta la Cnn. Il primo milione di dosi del vaccino di AstraZeneca, ha detto il ministro della Sanità Zweli Mkhize, arriverà dall’India lunedì 1 febbraio. I vaccini destinati al Sudafrica vengono prodotti nei laboratori del Serum Institute of India di Pune. Il Sudafrica è il Paese africano più colpito dal coronavirus, con oltre 1,4 milioni di casi dall’inizio della pandemia e 41mila morti.

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha ribadito nel suo briefing di aggiornamento serale sull’emergenza Covid a Downing Street di considerare la riapertura delle scuole “una priorità nazionale” per il Regno Unito, non appena sarà possibile alleggerire il lockdown attuale, ma ha avvertito che la data dell’8 marzo evocata in precedenza in Parlamento è solo una scadenza condizionata: “la più ravvicinata possibile” nell’ambito di una previsione sensata che tuttavia “dipende dalla premessa che molte cose vadano nel senso giusto”. Johnson ha indicato, fra le condizioni necessarie, un calo significativo e stabilizzato dei contagi e dei morti, che al momento restano troppo numerosi, e la conferma dei dati sull’efficacia dei vaccini. Dati al momento incoraggianti, ma che non potranno essere validati in modo più approfondito prima di “metà febbraio”, ha detto, quando nel Regno si prevede di aver completato la somministrazione della prima dose almeno a tutte le persone più anziane e vulnerabili (circa 15 milioni di individui). La stessa prudenza è stata richiamata a proposito dei piani che il premier si è impegnato a presentare entro il 22 febbraio sui tempi di una graduale revisione parziale delle restrizioni del lockdown. Piani la cui attuazione – ha peraltro insistito Johnson, riecheggiato dalle cautele analoghe dei professori Patrick Vallance e Jonathan Van-Tam, consigliere scientifico capo del governo e deputy chief medical officer dell’Inghilterra – resta pure legata ad oggi a una serie di se.

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