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Convegno su prostituzione patrocinato dal Comune di Bologna: è caos

Il libro al centro del caos è “Stupro a pagamento, la verità sulla prostituzione” di Rachel Moran

BOLOGNA – È polemica a Bologna tra il comune e alcune associazioni impegnate nel sociale. Oggetto dello scandalo l’incontro sulla prostituzione organizzato con il patrocinio di Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna che avrà ad oggetto un dibattito sul libro di Rachel Moran dal titolo “Stupro a pagamento, la verità sulla prostituzione”, in programma per il 19 novembre a Palazzo D’Accursio.

L’incontro sarà introdotto la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, e il consigliere di fiducia sulla legalità del sindaco Virginio Merola, Giulia Di Girolamo. Parteciperanno, tra gli altri, Giuseppe Paruolo, come primo firmatario di una risoluzione firmata nei mesi scorsi da quasi tutto il gruppo Pd in Regione e approvata in assemblea che chiede l’applicazione del modello nordico di punibilità per i clienti delle prostitute, e la senatrice Pd Caterina Bini, che nella scorsa legislatura aveva provato a imboccare la stessa strada con un progetto di legge.

Il primo ad alzare la voce e ad attaccare l’autrice del libro e l’amministrazione comunale è Vincenzo Branà, il presidente del Cassero, il comitato provinciale Arcigay di Bologna: «Mi indigno non perché l’autrice si oppone a ogni forma di regolamentazione o legalizzazione del fenomeno, ma per presunti collegamenti con la vicenda delle suore anti-prostituzione irlandesi, note in Italia soprattutto per il film “Magdalene». «Io ho rispetto per la storia e le idee di Rachel Moran ma, nel contempo – scrive Branà in un post – vivo con terrore la strategia politica di cui il suo libro è strumento. E soprattutto mi indigna che Comune e Regione, con leggerezza, abbiano aperto le proprie porte a quella linea di pensiero, senza aprire un vero dibattito sul sex work, anzi escludendo tutte le donne che nella nostra città si sono impegnate sul tema e includendo una sola persona bolognese, un maschio, proveniente da un’associazione confessionale», ossia Nicola Pirani dell’associazione Giovanni XXIII. «Mi piacerebbe inoltre che a Rachel Moran- prosegue il leader del Cassero – venisse chiesto di esprimere una posizione chiara sulle Magdalene Laundries e sulle suore che le gestivano, e che oggi operano dentro Ruhama. Ne guadagnerebbe, io credo, la sua stessa credibilità». Infine, conclude Branà «mi piacerebbe che Comune e Regione organizzassero un convegno serio sul tema della prostituzione, che partisse dalle esperienze e dalle soggettività che operano a Bologna, capace di censire tutti i punti di vista. Perché le istituzioni sono di tutti».

Ai dubbi di Branà prova a risponde Ilaria Baldini, esponente di Resistenza femminista, una promotrici e del dibattito: «Faccio parte di Resistenza Femminista. In quanto associazione partner di Space International comunichiamo a nome di Space che si tratta di un’associazione laica formata da donne sopravvissute alla prostituzione». «Se si scorre l’elenco degli aderenti – scrive la Baldini –  non c’è alcuna traccia di associazioni religiose coinvolte. Solo donne, sopravvissute alla prostituzione, femministe».

Si mobilita anche Coalizione Civica, con la consigliera comunale Emily Clancy. «Il tema è molto serio e andrebbe trattato altrettanto seriamente. Spero si possa cogliere la tua sollecitazione e restituire alla città una visione meno manichea di un tema così delicato, una visione che valorizzi maggiormente il lavoro fatto, anche sul nostro territorio, sul sex work».
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