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Clima e politica: la destra parla di decarbonizzazione più della sinistra ma solo per difendere lo status quo, svela nuovo studio di Greenpeace e Osservatorio di Pavia

Sebbene i principali leader politici italiani parlino molto poco di crisi climatica, quando il discorso affronta la decarbonizzazione sono gli esponenti dei partiti di destra e del governo a parlarne di più, ma quasi sempre per esprimere posizioni ambigue o contrarie alla transizione energetica di cui abbiamo urgente bisogno. È quanto emerge da una nuova analisi della comunicazione politica sul clima realizzata dall’Osservatorio di Pavia per conto di Greenpeace Italia.

Lo studio analizza tutte le dichiarazioni sulla crisi climatica e sulla decarbonizzazione di tredici leader politici ed esponenti di governo postate su Facebook o rilasciate ai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il Sole 24 Ore, Avvenire, La Stampa) e ai telegiornali serali delle reti Rai, Mediaset e La7 nel periodo tra gennaio e aprile 2023. L’elenco comprende Bonelli, Calenda, Conte, Fratoianni, Giorgetti, Lollobrigida, Magi, Meloni, Pichetto Fratin, Renzi, Salvini, Schlein, insieme a Berlusconi che, nelle prossime rilevazioni, sarà sostituito da Tajani, nuovo segretario di Forza Italia.

I rappresentanti del governo che si sono fatti più sentire sull’argomento sono stati la premier Meloni e i ministri Pichetto Fratin e Salvini. La loro comunicazione si caratterizza per una marcata attenzione sulla sovranità nazionale rispetto alle politiche energetiche (a volte in aperto contrasto con le posizioni dell’Unione Europea), per forti resistenze alla transizione (ad esempio sullo stop alla vendita di auto con motore a combustione interna entro il 2035) e per continui riferimenti alla “neutralità tecnologica”, usata per indebolire e sminuire le reali soluzioni per il clima, in un’ottica di difesa degli interessi economici del settore dei combustibili fossili. A sinistra i leader più attivi sul tema sono Bonelli, Fratoianni e Schlein: anche se meno frequenti, i loro discorsi fanno quasi sempre esplicito riferimento alla crisi climatica e sono nettamente favorevoli alle azioni per la salvaguardia del clima e alla transizione energetica.

«In piena emergenza climatica, ci troviamo di fronte a uno scenario pericoloso per il contrasto al riscaldamento globale: la maggioranza, che ha più spazio sui media per parlare di clima e decarbonizzazione, prende parola per mantenere lo status quo e difendere così gli interessi delle aziende inquinanti», dichiara Federico Spadini, campagna Clima di Greenpeace Italia. «Tutto ciò trova un immediato riscontro nelle politiche del governo che, ignorando il susseguirsi di eventi estremi sempre più violenti e distruttivi, continua a puntare sui combustibili fossili e su nuove infrastrutture per il gas, contribuendo così a creare spazi per il negazionismo e alimentando una campagna di disinformazione sul clima che consideriamo criminale». 

Il rapporto esamina anche la frequenza dei discorsi politici sul clima, che in generale è molto bassa: le dichiarazioni dei leader politici sulla crisi climatica sono infatti appena lo 0,6% sul totale delle dichiarazioni rilasciate ai TG e salgono al 2,5% sul totale dei post pubblicati su Facebook. Nel complesso, i risultati dell’analisi della comunicazione politica confermano quanto messo in luce appena tre giorni fa da un altro report di Greenpeace e dell’Osservatorio di Pavia, e cioè che sulla stampa e in televisione la crisi climatica continua ad avere scarsa visibilità ma, al tempo stesso, oltre il 20% delle notizie diffuse dai più importanti quotidiani e telegiornali nazionali fa da megafono ad argomentazioni contro la transizione energetica e le azioni per mitigare il riscaldamento globale.

Greenpeace Italia, con la campagna “Stranger Green” contro il greenwashing e la disinformazione sulla crisi climatica, si impegna a contrastare l’influenza dell’industria del gas e del petrolio sul sistema dell’informazione e sulla politica italiana, e chiede di accelerare la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, per evitare l’intensificarsi degli eventi climatici estremi che sempre più spesso minacciano la sicurezza delle persone anche in Italia.

I risultati dell’analisi della comunicazione politica sulla crisi climatica da gennaio ad aprile 2023 si possono leggere QUI.

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